Processo Valpreda - n. 17 - 21 marzo 1972

L. 30 21 MARZO 1972 N. 17 , , . \ Dallastragedi statoallastrageelettorale Proviamo a riassumere alcune cose chiare sull'uccisione di Giangiacomo Feltrinelli. 1 - Feltrinelli era membro dei G.A.P., organizzazione clandestina che ha come programma la preparazione e l'attuazione di azioni armate contro l'apparato di dominio della borghesia. I G.A.P. hanno sempre rivendicato pubblicamente le azioni da loro compiute: dai danneggiamenti contro capitalisti edili colpevoli della morte sul lavoro o del licenziamento di operai; agli incendi contro alcuni dei più noti industriali finanziatori dello squadrismo fascista, come Borghi e Garrone; alle trasmissioni clandestine sui canali TV a Trento e a Genova per informare su azioni antifasciste e su provocazioni poliziesche. In questo quadro, come si può credere a una azione come l'attentato al traliccio milanese? E questo a prescindere dalle numerosissime cose incredibili nella versione del!'« incidente». 2 - La polizia conosceva bene queste attività e seguiva con attenzione i movimenti di FeltrinAlli. 3 - Con l'uccisione di Feltrinelli il potere ha creduto di assicurarsi due piccioni con una fava: riaprire la versione - distrutta nella mobilita· zione di massa e nel! 'aula del processo Valpreda - sulla responsabilità di sinistra nelle bombe del 12 dicembre; e al tempo stesso giustificare l'attacco progressivo alle organizzazioni rivoluzionarie. 4 - Il rapporto fra l'uccisione di Feltrinelli e le elezioni è chiaro. La stessa « onestà », proclamata ai quattro venti, dell'indagine, lo dimo· stra. Non si tratta solo di premunirsi contro un'« opinione pubblica » che dopo Pinelli e Valpreda non le beve più. Si tratta di utilizzare subito quella confusione intenzionale, quella " attenzione a tutte le piste » che, se in sostanza percorre un'unica pista, Aue-lla deU:attacco .alla sinistra extraparlamentare, rafforza la gestione democristiana della repressione elettorale. 5 - C'è un morto ammazzato di cui si è parlato meno, e la cui autopsia si è sovrapposta a quella di Feltrinelli· il pensionato Giuseppe Tavecchio. Ucciso da un candelotto della polizia mentre era fermo per strada, con il pacchetto della carne appena acquistata sotto il braccio. Il luogo dell'assassinio non era teatro di scon· tri. Il giorno prima Rumor aveva dato disposizioni sul comportamento della polizia. Ci voleva il morto. Il primo assassinato della campagna elettorale DC. 6 - Dietro la « obiettività » del! 'inchiesta, si fa di giorno in giorno più chiara la trama della provocazione poliziesca. E' un magistrato inquirente a dichiarare con sorridente disinvoltura che l'ipotesi dell'assassinio di Feltrinelli è, bontà sua, « fantapolitica ». E' il ministro della cosi• detta giustizia, il forcaiolo Gonella, che ha stentoreamente chiuso l'inchiesta, affermando che« la.verità.non va.confusa cçin le congett1,1re della. fantascienza politica », la stessa fantascienza secondo la quale Pinelli non andava pazzo per i tuffi dal quarto piano. E' la polizia che fa passare per « personaggio chiave » un militante per due volte interrogato e per due volte rilasciato, giocando agli scioglilingua fra Maggi e Maggioni (ve lo ricordate quel sonetto: « senza libri provò che paggio e maggio scrivonsi con due g, come cugino » ?) . La borghesia vuole sfruttare fino in fondo le elezioni. E non tanto per i risultati elettorali, che pure le interessano molto, perché spera che essi sanciscano legalmente quel ruolo di centralità reazionaria che oggi il governo fuori• legge Andreotti così brillantemente incarna. Ma soprattutto perché per la borghesia la campagna elettorale è il terreno più favorevole per fare blocco intorno all'ordine e alle istituzioni, per dividere i proletari, per soffocare le lotte o farle passare come provocazioni, per scatenare la sua violenza contro le avanguardie e colpirle separandole dal movimento di massa. Ma è vero anche il contrario. E' vero che la borghesia tenta di deviare sulla cronaca nera politica la discussione e la lotta sulle condizioni in cui vive il proletariat:o. Ed è vero che su questo terreno, sull'affermazione dei bisogni proletari, l'uso borghese delle elezioni si rovescia contro la borghesia. La sua campagna elettorale la sinistra rivoluzionaria, quella che non crede al voto e non vota, l'ha aperta con la manifestazione di Mi- :ano. Contro i fascisti, contro il governo Andreotti-Rumor, contro il bavaglio imposto al processo Valpreda, e soprattutto per affermare che le avanguardie operaie e studentesche sono oggi in grado di rappresentare gli interessi delle 'llasse anche sul terreno della resistenza militante e organizzata alla violenza statale. Che è quello che le masse chiedono. Per questo i fatti di Milano sono stati decisivi e hanno costruito lo spartiacque esemplare fra rivoluzionari e opportunisti. Ma si tratta di andare avanti e oltre. I primi esempi giusti, le prime parole d'ordine corrette ci sono già. Sono quel! i dei proletari che vanno, nelle piazze, a chiedere i conti ai parassiti del potere politico, e in primo luogo alla DC. Sono quelli dei proletari che si organizzano per chiedere e prendersi l'anticipo su quello che dai palchi elettorali i cacciatori di voti vengono a promettere, dopo migliaia di false promesse. Sono quelli dei proletari che si uniscono per mettere fuori legge nelle piazze - n<iile strade i servi fascisti della borghesia. [' così che il programma dei bisogni prole1 ··vq~'1izza;,ione necessaria a sostenerlo nei I;, n·nsnrtt'vn di ••na lott::i unita del prole- ,., 0 ".O"+r0 In i;t;:it'l dei padroni avan7;rn0 •I· r•,: "ln fnr,, 111;ilr.ri:1lr I voti li lasciamo contare ai borghesi. Dopo ,I aver finanziato e appoggiato i fascisti, si preparano a ricattare le masse e a picchiarle più sodo in nome del pericolo di destra. Noi non abbiamo bisogno di aspettare il 7 maggio per accorgerci che i fascisti sono diventati troppi. Né abbiamo intenzione di piangerci su e ritornare a cuccia. Che i fascisti sono aumentati, lo vediamo davanti alle fabbriche, alle scuole, nei quartieri, dove vengono ad aggredire, a provocare, a spiare. E' lì che possiamo farli diminuire, non in una cabina elettorale. A Roma un comunista ha sparato a un picchiatore fascista, che spalleggiato da altri l'aveva provocato. Quale comunista, quale proletario r1on si riconosce in questa giusta azione? I dirigenti del PCI hanno detto che è stata una " oscura provocazione •. Cento di queste oscure provocazioni. De Pepposi dell'inchiesta . impossessa su Feltrinelli L'inchiesta sull'uccisione di Feltrinelli è stata sot-· tratta ai magistrati Bevere e Viola, sostituti procura.i tori, e avocata dal procuratore capo di Milano, De Peppo. Il fascista « Tempo » - il quotidiano di Rauti - scrive nell'editoriale dello stesso giorno che il sosti• tuto procuratore Bevere • si dice che sia di notoria affiliazione alla ccrrente maoista della magistratura italiana, la famigerata « magistratura democratica », e che ha commesso un « consapevole atto di favoreg• giamento politico» nei confronti di un militante della 1linistra extraparlamentare. De Peppo non corre rischio di passare per « maoista ». Questo provvedimento fa sospettare che i padroni abbiano deciso di spingere a fondo la loro provocazione contro la sinistra. Giù da le mani PotereOperaio Con maggiore o minore spudoratezza, i giornali borghesi tentano di coinvolgere Potere Operaio nell'attacco scatenato sull'uccisione di Feltrinelli. Oggi è successo persino uno strano incidente, che il Corriere della Sera e il Messaggero hanno pubblicato con risalto una fotografia di Fioroni, il giovane compagno che la polizia sta cercando: in realtà la fotografia è quella di Oreste Scalzane, un dirigente molto noto di Potere Operaio. Errori di stampa padronale? Noi dichiariamo che qualunque tentativo poliziesco e giudiziario di colpire Potere Operaio colpisce alla stessa maniera noi e tutte le altre organizzazioni rivoluzionarie, e che non siamo disposti a farlo passare. Circa il compagno Fioroni, l'esecutivo di Potere Operaio ha emesso questo comunicato: « Il compagno Fioroni dalla fine di ottobre s'era allontanato dalla nostra organizzazione e per quan- • to a noi risulta non svolgeva più alcun tipo di lavoro politico "• e aggiungono i compagni, Fioroni può essersi reso irreperibile « per una giusta e condivisibile preoccupazione di sottrarsi al destino di vittima sacrificale "· Un suicidio? Michele Panza, 21 anni, è stato ritrovato morto questa mattina a Como, in un cantiere n-:lile. Era, secondo i giornali della sera, un mi• lit.:intr. di Poter~ Operaio. Accanto al cadavere ,, ~-., fl:ico,e con u11<1sostam:a granulare ». Sot- . - ,, ,.,. ,..;..,t•;:i "" biCJlietto: « Sono esaurito, trop- .. -: -• ··lio ') tr0,.,ro 1.woro. Non d;:ite la colpa 1 1b nfFl77:1: lei 11011 c'cntrn "· La polizia non ha dubbi sul suicidio.

21 MARZO 1972 I ~ROLETAR·I DIFENDONO I QUARTIERI D I FASCISTI Pallottole vaganti Dario Vacca quando era allieve della Nunziatella. ROMA, 18 marzo Sabato un compagno ha sparato ad un picchiatore fascista venuto da Napoli per gcdersi il comizio di Almirante, Covelli e Birindelli. L'Unità parla, tanto per cambiare, di • oscure circostanze "· Ma i latti sono chiarissimi. La notte precedente la sezione del PCI dell'Ap pio nuovo era stata «visitata" dai fascisti: qualche scritta e un principio di incendio. Cosi sabato mattina c'erano nella piazza, davanti alla sede, proletari e compagni che discutevano. A questo punto è arrivata la macchina con quattro fascisti napoletani, uno di loro è Dario Vacca, noto mazziere del VII licec scientifico, a Posillipo. L'11 novembre scorso, insieme a quattro camerati, aggredì il compagno Biagìni, mandandolo all'ospedale in gravi condizioni. Amicone di un altro famoso accoltellatore di compagni, Mario d'Agostino, ha coltivato la sua vocazione patriottica nel collegio militare della Nunziatella. Forte della sua esperienza e delle sue tradizioni, è venuto a fare il furbo davanti a un manifesto del PCI, provocando i compagni presenti, che già erano incazzati per l'incursione della notte precedente. Ha trovato quello che cercava: una pallottola nella pancia. E' finito all'ospedale piantonato dai suoi camerati. Per un po' di tempo, non sarà in grado di nuocere. La federazione romana del PCI ha fatto il seguente comunicato: « Quanto è accaduto stamane ad opera di un gruppo di picchiatori del MSI provenienti da Napoli davanti alla sezione del PCI di Appio nuovo, in quel momento chiusa e i cui dirigenti si trovavano presso il locale commissariato di P.S. per denunciare un precedente tenta tivo di incendio subito dalla sezione medesima durante la notte ad opera di una squadra fascita, indica chiaramente, per il modo stesso come i fatti si sono susseguiti, da quale parte stanno i responsabili e quali fini si fossero ripromessi. Ogni versicne che tenda a trasformare la verità dell'accaduto e ad offuscare i connotati ben definiti della provocazione fascista, suonerebbe soltanto netto incoraggiamento ad essa e ai suoi mandanti ,,_ Almirante ha parlato in piazza del Popolo agli « italiani ", come contempla la legalità repubblicana. Chi spara sui fascisti, non può che essere un provocatore fascista: cosi dicono i burocrati del PCI nella linea del Xlii congresso. Invece i proletari della base del PCI dicono: bisogna togliere di mezzo i fascisti dai quartieri, bisogna impedirgli di parlare. E si organizzano per farlo. Dario Vacca se l'è cercata. E non resterà solo. ~,;:_ f J l:=; .. :'.!\.·,• , • > .... Dario Vacca all'ospedale. E' fuori pericolo, è anche costretto a non essere pericoloso, almeno per un po'. La pallottola che l'ha messo fuori uso, secondo l'Unità, è di « oscura » provenienza. In guerra, bisogna essere chiari sulle pallottole: se no, vuol dire che non si vuole la guerra. Aspettando Almirante I proletari di Centocelle i fascisti li aspettano da tempo. Da una settimana i manifesti dell'appuntamento col • torturatore • infestano Roma. ma a Centocelle i compagni vigilavano ogni volta che i fascisti cercavano di attaccare i manifesti. Al Prenestino mercoledì notte quattro di loro sono stati picchiati, 13 giovedì notte altri dieci sono stati costretti a scappare. Non si è visto più un solo manifesto fascista. Sabato pomeriggio i compagni aspettavano nel quartiere e sulla Casilina le auto tricolori che andavano al comizio di Almirante. Di trico·lori se ne sono visti pochi. e quei pochi sono stati bruciati. Nel primo pomeriggio un'auto fa una brutta f;ne sulla Casilina: la polizia interviene immediatamente in difesa dei fascisti, e arresta un compagno proletario, Antonio Berrettini. Per tutto il pomeriggio gruppi di compagni hanno presidiato le strade del quartiere, ma fascisti non se ne sono visti più. Al Trullo da alcuni giorni i fascisti erano troppo attivi, riempivano i muri di scritti e manifesti, ma ieri hanno fatto un errore. Sono usciti dalla sezione con i tricolori fuori dei finestrini deMe auto: risultato. tre auto sfasciate. I proletari sono scesi dalle case e hanno discusso a lungo come organizzarsi per togliere f;nalmente dal quartiere i topacci neri. La polizia ha presidiato il quartiere fino a tardi, ma i fascisti sono rientrati in sezione a notte fonda. Anche sulla Tiburtina i compagni aspettavano i pullmann dei fascisti, ma i pulmann non sono passali. Ognigiornounreatonuovo la lungamarciadellamagistratura Che la magistratura. alle dipendenze e agli ordini del ministro della Giustizia on. G:iido Gonella, è scesa sul piede di guerra, codici in spalla, contro gli operai, i gruppi estremisti. i disoccupati, i delinquenti, ce ne eravamo accorti da un bel po'. Eppure riescono a inventarne una nuova tutti i giorni. Giud:ci, industr;aJi. sindacalisti, sono tutti d'accordo ch.J g:i operai stanno esagerando. che lo sciopero è ora di considerarlo non un diritto, ma un reato. I magistrati di Trieste hanno fatto d1 più: hanno denunciato una decina di " personalità del mondo politico", come si usa chiamarli. con un sindaco in testa, per "istigazione allo sciopero degli operai "· Probabilmente stavano per dire ;st:gazicne a delinquere. Il reato in questione è une sciopero generale di due ore fatto l'anno scorso per protestare contro una manifestazione fascista. Non era uno di quegli scioperi che il ministro dell'industria Gava usa ch·amar.~ "astensione dal lavoro "· che mandano in rovina gli industria;i. Era uno sciopero un:tar:o democratico antifascista, come se ne sono fatti a decine I·anno scorso. con i sindaci democr.stiani e socialisti alla t.1sta. Ma i tempi sono cambiati, e d; queste istigazioni non se ne devon:i fare più, neanche per scherzo. Il tonificatore Mariano Rumor "Oliando tutto va bene, il ministero dell'internc sembra non esistere. Ma quando nel Paese si verificano disfunz:oni, esso viene in luce come il centro di gravità del sistema ... uno strumento per tonificare all'interno e all'esterno"· (Da un'intervista del ministro di polizia, Mariano Rumor, al settimanale «Tempo»), cii llotecaGinoBianco N. 17 Chi portòa bom a Ha banca "Il fascista '-lesto re Croccsi potrebbe <·ssc·n· la per sona ehe ha clt•posto le bombe alla Banca 'la,ionalc clrl1',\!('ricoltura il 12 cliccmbre 196!1 a ,1ilano''. Qut>sla riv!'lazione è stata falla dal'anti a un'assemblea di 2.000 pcrsom· che si i- svolta allR facoltà di Fisica di ,1ilano sabato 18 marzo per iniziativa del comitato nazionale di Iolla contro la strage di stato. A questa conclusione i compagni sono anivati seguendo una delle tante piste che l'inchiesta di Occorsio e Cudillo aveva lasciato cadere. Il 14 dicembre '69 il Corriere della Sera in un arti colo cli Giorgio Zicari, giornalista noto per essere uno Ammiragli e vento neri rosso Mentre i suoi colleghi fa. cevano le loro prediche do menicali sull'ordine e la democrazia, Anclreotti è andato ad assicurarsi sulla devozione e fedeltà dell'esercito, baluardo della difesa nazionale, cioè del dominio capitalista. E' andato all'assemblea delle medaglie d'oro al valor militare, e a un certo punto ha fatto la voce grossa: "Guai a chi consentisse la politicizzazione delle forze armate, suscitando diffidenze, ostilità ed apprensioni". Non sappiamo se in as. semblea fosse presente la più illustre delle medaglie d'oro, l'ammiraglio Gino Birindelli, reduce dal trionfo tricolore del comizio della sera precedente. Ma anche se non c'era, l'avvertimento di Andreotti andava a lui; e ai suoi colleghi generali, che non si mettano in testa di togliere il mestiere a lui. Andreotti, che la politica del Supplemento quotidiano o •lotta Conunuo•. Rcgislrat. del Tribunale di Torino n. 2042 del 15-11-69• Dir. Acsp.: Giampiero Mughml floo-UU) OAPC:0 ""'' 011ndo1() R RQ~.u dei maggiori confidenti deila questura di Milano, scrive di un testimone che in piazza Fontana poco prima della esplosione aveva visto una Giulietta rossa chi> avrebbe potuto portare l'attentatore. Due giorni dopo questo testimone, l'industriale bergamasco Fiorenzo Nova:i, andava a deporre presso la colonnello, anche senza mostrine e stelle, non ha bisogno di impararla da nessuno. Ma la politicizzazione di cui parlava il presidentepoliziotto non è solo quella, in fondo innocua, degli ammiragli tricolore. "Il vento della contestazione - ha continuato Andreotti - non ha scosso neanche nei momen ti più difficili l'ambien te militare, nel quale si ritrovano i figli di tutte le famiglie italiane". E' proprio di questi figli che l'ex ministro della difesa giustamente si preoccupa. Guai se i proletari in divisa, come già succede da parecchio tempo, si politicizzano, guai se si accorgono che da una parte ci stanno loro, a fianco dei proletari, e dall'altra ci stanno gli ufficiali aguzzini, i generali, gli ammiragli, i colonnelli in divisa e quelli col colletto bianco, a difesa deg:i interessi dei capitalisti. Il vento che spaventa Andreotti non è quello nero di Birindelli, ma quello rosso dei proletari in divis~. legione territoriale ùei carabinieri di Bergamo, ma di questa deposizione non si c~nservano tracce negli atti del processo. Il 11 Fiorenzo Novali <' chiamato a Roma, viene interrogato da Vitali, il colonnello dei carabiYiieri che nei giorni precedenti a veva sequestrato Udo Lem ke. Ai carabinieri il Novali dichiara che il 12 dicembre tra le 16,10 e le 16,15 si trovava in piazza Fontana con la mog:ie e girando attorno alla piazza colla sua Mercedes per trovare par cheggio, aveva notato una Giulietta rossa che sembra va compiere la sles~a manovra. Sulla Giulietta c'era un uomo con l'espre:;sione tesa, con al suo fiaYico un pacco nascosto da una coperta. Dopo qualche minuto l'esplosione. Nella piazza tutto si ferma. Solo la Giu lietta si muove. Il Novali de. scrisse l'uomo e i carabinieri tracciarono l'identikit. Secondo il Novali quell'uomo poteva essere Pinelli. Il compagno Pinelli era stato appena assassinato e gli inquirenti speravano di potergli attribuire la strage. Quando l'innocenza di PiChi ' e Nestore Nestore Crocesi è nato a Rimini nel 1942. Figlio di un ex colonnello; risiede a Rimini I' quida assalti di volontari MSI con Giorgio Chiesa e con l'avv Pasquarella d1 cui è ti braccio destro. Nell'aprile '60 è denunciato per rissa e lesioni Un mese dopo è denunciato a piede libero per furto Nell'ottobre del '62 denunciato per riunione senza preavviso. nel gennaio '63 per rissa. nell'aprile ·33 per lesioni pernelli venne chiaramente dimostrata la testimonianza dPI Novali venne messa in disparte. Tra 1'11 e il 12 dicembre '6,l avvennero numerosi spostamenti dei fascisti che da molte parti raggiunsero Milano t> Roma per ripartire subito dopo. Tra essi Nestore Crocesi, guardia del corpo di Almirante, varie volte denunciato per rissa e altri reati, oggi latitante p0 rchè colpito da mandato cli cattura per le bombe delle SAM scoppiate a Milano nP' gNmaio scorso. II Crrwesi parte da Rim, ni la sera del 10 dicembre P si reca a Roma. Di qui tel0(ona !~ sera clell'll ad un i,;rcolo cli Rimini, avvertendo alruni amici che deve p:utire per Milano per una ouestionP molto important "· La telefonata avviene alla prespnza di due testimoni. è<el corso dell'assemblea i compagni del comitato contro la strage di stato hanno messo a confronto la foto del Crocesi con l'identikit dell'uomo sulla Giulietta rossa. La rassomiglianza è impressionante. Crocesi sonali, nel novembre '64 per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L'8 maggio '70 8rrestato a Brescia per assalto alla sezione del PCI e al circolo ARCI. Il 14 maggio viene però rilasciato. il 29 gennaio dell'anno scorso è stato arrestato nuovamente per un assalto alla Camera del Lavoro d1 Milano. Alla manifestazione della maggior?nza silenziosa dell'ottobre '71 è in prima fila con i maggiori esponenti del MSI Radice e Petronio. I detenuticontrogli aguzz1n1, • • contro i fascisti, controil la1 voroda schiavi San Vittore A S. Vittore continuano le assemblee di raggio e gli scioperi delle lavorazioni che sono iniziati nell'estate del '71. Con questa lotta i detenuti hanno ottenuto fino ad ora l'abolizione della censu. ra su lettere di carattere legale, stampa e radio, aumenti salariali anche se minimi, la Commissione che è un organismo rappresentato in tutti i raggi, le istanze legali gratuite. Nell'ultima assemblea un detenuto ha detto: "La nostra lotta deve essere collegata ai lavoratori in lotta perché noi non dobbiamo essere considerati non uomini, ma cavie, schiavi degli speculatori. Lotta deve essere fatta affinché il detenuto lavoratore debba essere considerato parte integrante delle masse lavoratrici con gli stessi diritti" E un altro ha detto: "I ritmi di lavoro devono essere meno pesanti, il comportamento dei capi d'arte Oeccapie. di l meno fascista, il salario deve partire da un minimo garantito, l.600 lire al giorno". E un altro: "Quando ci pagano, ci trattengono i soldi per gli infortuni, ma quando ti fai male non ti dànno nulla e se la malattia è lunga ti licenziano". "Perché lavoriamo? Io non ho nessuno e debbo mantenere con 20.000 lire che qualche volta prendo la moglie con i figli, e l'avvocato. Ho chiesto un aumento. Mi hanno risposto: se vuoi è cosi, se no ti licenzi". L'assemblea ha votato all'unanimità una piattaforma con tutti i punti rivendicativi, e poi gli scioperi sono continuati. Ci sono state anche proteste clamorose, come quella di un detenuto che è ri masto appeso per alcune ore alle sbarre di un finestrone, mentre tutti gli altri compagni cantavano "bandiera rossa". Il motivo era contro la carcerazione preventiva. Dopo questa protesta il compagno è stato trasferito d'urgenza al manicomio criminale di Reggio Emilia, su indicazione di quel figlio di puzzola del dottor Rossella, psichiatra di S. Vittore e schiavetto dell'illuminato nazifascista Corbo. L'organizzazione e la vigilanza dei detenuti di San Vittore non si ferma alla denuncia e alla lotta contrn gli aguzzini del carcere. A San Vittore ci sono anche i detenuti fascisti. L'ùlchiesta sulle Squadre di Azione Mussolini va avanti anche nel carcere, con le buone e con le cattive. Il cosìclcletto "Himmler'', Dario Panzironi, è \>assalo direttamente dal l" raggio all'i n f c-rn1c rj a! Poggioreale Nei capannoni della famigerata ditta TICINO, a Poggioreale, i persecutori dei detenuti, oltre alle guardie addette alla sorveglianza, sono una quindicina di aguzzini borghesi che ufficialmente sono meccanici e tecnici, e una decina di detenuti-spia. L'aguzzino-capo di tutto il baraccone è il signor SEGRINI, che molto spesso si permette il lusso di privare del lavoro alcuni detenuti per scarso rendimento. Un rendimento che comincia alle 7,30 del mattino, fino alle 15,30. Per non contare gli straordinari, che vengono pagati dalla Ticino alle guardie di sorveglianza, con 15.000 lire al mese. La paga dei detenuti per ottò ore e mezza di lavoro è di 500 lire. Nei capannoni, dove di estate ci sono 50° di calore, i detenuti ci vanno, oltre che perché non c'è altro mezzo per guadagnare qual• che soldo, perché è l'unica possibilità di uscire dalle celle in cui stanno, per 23 ore al giorno, in 15-16 per cella.

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