Processo Valpreda - n. 16 - 19 marzo 1972

L. 30 19 MARZO 1972 N. 16 , SOLOLAVERITÀ È RIVOLUZIONAR « La tesi avanzata dalle sinistre estremiste, con il consueto avallo di pseudointellettuali, secondo cui Feltrinelli sarebbe stato ucciso dalla polizia, supera ogni limite di decenza. Essa ha un unico pregio: documentare una volta di più la serietà di quelle stesse persone che vaneggiano di strage di stato a proposito di ValSolo la verità è rivoluzionaria. La contrapposizione tra necessità rivoluzionaria e verità è sempre falsa e borghese. Serviva un tempo agli stalinisti, a giustificare la menzogna in nome della rivoluzione, e per soffocare la rivoluzione. La borghesia ha paura della verità. La sua verità è la maschera dei suoi interessi di dominio. Il proletariato esige la verità, perché in essa afferma la propria volontà di liberazione. « Vogliamo tutta la verità », strillano oggi i giornali borghesi, la RAI-TV; « piena luce sarà fatta», dichiarano compunti i magistrati. Gli stessi professionisti della menzogna antiproletaria che si sono resi complici per anni della strage di stato. E mentre strillano il loro amore per la verità, e riempiono pagine col genere letterario « le donne di Feltrinelli », aspettano che gli addetti ai lavori, gli uomini delle questure, del controspionaggio, dei tribunali, abbiano costruito la loro verità e la distribuiscano controfirmata agli utenti. Dal lato opposto, sulla sponda di chi vuole la rivoluzione, non si può continuare a rispondere rilanciando le accuse, gridando contro la criminalità del potere, vivendo di rendita - se cosi si può dire - sullo smascheramento della strage di stato. Lo stesso collegamento fra la strage di stato e la fine di Feltrinelli ha senso solo se non resta ideologico, se riesce a nutrirsi di fatti e di argomenti, se individua e denuncia i meccanismi attraverso cui di volta in volta la provocazione reazionaria realizza i suoi progetti. Senza aver paura della verità, senza distinguere tra «ciò che può essere detto » e « ciò che non può essere detto », perché danneggerebbe la causa proletaria, o consentirebbe le calunnie del nemico. La causa proletaria può essere danneggiata preda e di omicidio politico a proposito di Pinelli "· Dichiarazione dell'avvocato De Carolis, capogruppo DC al comune di Milano. Cosi vorrebbero usare Feltrinelli per convincere la gente che Valpreda, Pinelli e la strage di stato sono « vaneggiamenti ». Non ci riusciranno. solo dall'ambiguità, le calunnie del nemico possono essere consentite solo da un malinteso senso di responsabilità, che si traduce in sostanza in opportunismo. E del resto, non è proprio questa la trappola che il nemico ci tende? Non è questo il risultato della provocazione e dell'infiltrazione più cinica e vigliacca, di esercitare sui militanti rivoluzionari il ricatto per cui tacere vuol dire lasciar campo libero al nemico, e parlare chiaro appare come una debolezza? Noi non abbiamo di questi dubbi. Noi abbiamo le mani pulite, e delle nostre azioni e delle nostre idee rendiamo conto agli sfruttati, e solo a loro. Feltrinelli. Sono semplicemente stupidi quelli che, accusando giustamente la provocazione di cui è stato vittima, sostengono oggi che era un uomo « pacifico », estraneo alla pratica delle idee che affermava. Sono semplicemente stupidi quelli che, in nome di una verità troppo limpida - e di fronte a una realtà complessa e aggrovigliata dai meccanismi dell'intrigo e della Jrovocazione - rinunciano a ricostruire e spie- ,iare una verità altrettanto chiara e più di quella capace di inchiodare la borghesia alle sue responsabilità criminali. Se a definire un militante rivoluzionario bastassero la fermezza della convinzione, delle intenzioni, della volontà, allora Feltrinelli sarebbe morto come un militante rivoluzionario. Ma c'è qualcosa d'altro, c'è la cos,i più importante, ed è il legame tra gli individui, uomini e donne, che si battono per la rivoluzione e i bisogni, le idee, la lotta e l'organizzazione delle masse proletarie. Un legame che fa dei rivoluzionari lo strumento cosciente dei bisogni delle masse, e che a Feltrinelli e ad altri che hanno fatto una scelta simile alla sua mancava. Feltrinelli rappresentava una contraddizione scomoda all'interno della borghesia, e non è riuscito a superare la barriera ferrea che lo chiudeva in questo ruolo, se non trasformandosi nella vittima comoda della borghesia Com'è morto Feltrinelli? « Tutte le ipotesi sono aperte», dicono i portavoce borghesi, e ià dove vogliono sembrare aperti alla verità, sono in realtà coscienti strumentalizzatori di quel « clima torbido », di quel « retroterra oscuro e inquinato » che serve a giustificare, in nome del rifiuto dell'estremismo, la crociata repressiva contro il movimento proletario. Non è vero che « tutte le ipotesi sono aperte ». E non è vero nemmeno che dobbiamo starcene a gridare al1 'assassinio, aspettando che la macchina della congiura borghese abbia finito di elaborare le sue « prove ». C'è una sola ipotesi aperta. Ed è questa: Feltrinelli è stato vittima di una congiura internazionale, la stessa che ha armato i fascisti autori della strage di stato. E gli assassini si sono valsi, oltre che dei loro funzionari all'interno delle istituzioni statali - della polizia, dei servizi segreti, della magistratura - dei loro agenti provocatori all'interno dei gruppetti dei quali Feltrinelli faceva parte, e che si caratterizzavano tutti per la scelta della clandestinità e della lotta armata Quest'ultimo aspetto è decisivo, così come decisiva è stata l'utilizzazione di fascisti provocatori nel 22 marzo per rovesciare sugli anarchici la responsabilità della strage di stato. Decisivo perché è per questa strada che si prova il ruolo della polizia, il fatto che la polizia era a conoscenza della composizione, dei progetti e dell'attività di questi gruppetti, e li ha tenuti in caldo per il momento buono, per quell'appuntamento del 14 marzo sotto un traliccio elettrico che, come si è saputo oggi, non avrebbe neanche tolto l'illuminazione. Un appuntamento tempestivo, a due giorni dalla montatura repressiva sugli scontri di Milano, a metà fra la chiusura del processo Valpreda e la scadenza elettorale. Dice oggi il questore di Milano che la polizia ignorava la presenza di Feltrinelli in città, aggiungendo che: « Non aveva nessun carico penale. Ma era una persona che ci interessava sempre». Come si è manifestato questo interesse? Come è stata seguita la clandestinità vigilata di Feltrinelli? Ricostruiremo questa vicenda, a partire da un episodio fra i più significativi: Genova, 26 marzo 1971. - Dopo avergli sottratto la borsa con i soldi, Mario Rossi spara su un fattorino dell'IACP che lo insegue e lo uccide. Viene catturato poco dopo. Su Lotta Continua, commentavamo così: « Noi siamo convinti che la rapina di Genova, il suo retroterra organizzativo, il suo uso pubblico, segnino un'altra tappa, ancora più sporca e confusa, del lungo cammino delle provocazioni reazionarie, che non rinunciano ad alcuna arma [ ...]. Da queste,, esperienze ci vengono lezioni preziose per il nostro modo di pensare e di agire, e ci viene anche consapevolezza più lucida del modo con cui in Italia la borghesia prepara la strada e l'attacco alle avanguardie di classe. Se per Genova la storia è troppo sporca per consentire di usarla direttamente contro le avanguardie rivoluzionarie, essa contribuisce tuttavia a rafforzare un clima e una campagna, che vengono da lontano e vogliono arrivare lontano, come mostra il rapporto dell'esimio pre~etto della città di Milano ». Il nomedi unodeidue f ascis►ti chemisero labo,mballabancac'è:NestoreCrocesi Nel corso di una conferenza stampa a Milano, il comitato di lotta contro la strage di stato documenta oggi queste notizie, decisive rispetto all'inchiesta sul 12 dicembre a Milano. L'uomo che ha deposto la bomba alla Banca dell'Agricoltura è stato trasportato sul luogo dell'attentato a bordo di una Giulietta rossa da NESTORE CROCESI, fascista, colpito da mandato di cattura per gli attentati delle S.A.M. a Milano. Fu riconosciuto da un testimone che ha reso la la sua deposiszione al ben noto Cudillo, il magistrato che insieme a Occorsio ha deformato tutta l'inchiesta per sostenere la colpa di Valpreda e degli anarchici. Con questa denuncia la controinchiesta sulla strage di stato salda il suo ultimo anello. E' questa la risposta al tentativo, fatto sull'assassinio di Giangiacomo Feltrinelli, di rigettare ancora una volta sulla sinistra rivoluzionaria la responsabilità delle bombe. Nella stessa conferenza stampa è provato inequivocabilmente quanto già era stato denunciato sulla "strage di stato": un mese prima del 12 dicembre il nazista Pino Rauti, oggi in galera a Treviso, ricevette dal petroliere e padrone di giornali fascista Attilio Monti la somma di venti milioni.

19 MAR.IO 1972 N. 16 Un falsoprovocatore ■ ■· 1 mercenari dal titolo 'Comunicatocomando GAP' di Almirante E' stato diffuso in data 16 marzo questo comunicato: « Compagno Feltrinelli partito per l'Austria. Rientrato a Milano a metà marzo. Assassinato perché scoperto comandante nostra colonna che aveva condotto e conduceva azioni che si inquadrano nella lotta armata che operai, braccianti e studenti hanno intrapreso in Italia contro la dittatura dei padroni che ogni giorno sfruttano, licenziano, ammazzano e arrestano per conservare il loro dominio. Prepariamo rappresaglia contro assassini. Comando G.A.P. n, Il carattere falso e provocatore di questo comunicato è evidente per chiunque. Nemmeno una parola che valga ad accreditarne l'autenticità - quelle ridicole " notizie " sulla partenza per l'Austria e il rientro a Milano... - nemmeno una parola dotata del minimo senso politico - Feltrinelli ucciso perché • scoperto comandante cfi una colonna •.. - tutto questo comunicato non serve che a una cosa: a screditare la tesi dell'assassinio, e a raccontare, col timbro di un alto comando, che Feltrinelli faceva la guerra nei G.A.P. A precedere, cioè, le veline della questura su questa organizzazione, che spiegheranno come sfa stato naturale che Feltrinelli se ne andasse per le campagne di sera a spegnere la luce. Aspettiamo i prossimi « comunicati 11, Domande ed incubi del signor Corradi Il Corriere della sera è un giornale serio, non dice cose avventate e senza prove, ma consulta gli esperti, prevede, prende le sue precauzioni. Prendendo spt_rito dal traliccio di Segrate, i) signor Egisto Corradi si è chiesto con ansia: "si può difendere una grande città? ", e siccome è una persona sciéntifica ha consultato « tutti i più moderni studiosi di queste nuove materie al confine tra l'arte militare, la politica e la psicologia •. La risposta dei tecnici dell'ENEL è stata rassicurante: se i due tralicci fossero saltati, neanche per un attimo sarebbe mancata la luce a Milano. Invece la risposta dei profondi conoscitori delle nuove materie di cui sopra, è molto più preoccupante: non ci sono in tutta Italia poliziotti sufficienti a proteggere una sola città dalla violenza rivoluzionaria. Allora le domande del povero Egisto Corradi diventano sempre più angosciose: • Vedremo dunque Milano assumere lentamente l'aspetto che sta prendendo Belfast... vedremo la gente provvedersi di candele e di viveri in scatola, vedremo barriere di sacchetti di sabbia e reticolati sorgere agi.i angoli delle strade? ». Far balenare l'incubo della guerra civile agli occhi degli elettori terrorizzati è una buona trovata elettorale. Quello che il portavoce delle paure e dei desideri degli industriali lombardi forse non immagina è quanto sia vicino e minaccioso l'incubo eterno delle classi sfruttatrici: la rivoluzione degli sfruttati. Cioè l'azione diretta, organizzata, e armata delle masse proletarie per soddisfare i loro bisogni e sconfiggere i loro nemici, che nessun esperto delle nuove materie inventate dal signor Corradi è in grado di scongiurare. Proprio come a Belfast. Il e corvo, le tasse la rivoluzione Tra i corvi che svolaziano sul cadavere di Feltrinelli per strappar~e ognuno il suo pezzetto di veleno da sputare addosso alla rivoluzionn e alle sue avanguardie, nnn poteva mancare l'esperto ,agioniere. Si tratta na'.uralmente di un ,{lnorevnle l,'Jerale, che ha sentito il dovere di comunicare al.e stampe il suo compiacimento per aver trovato la ,oluzione dei suoi calcoli fiscali. Feltrinlllli pagavo le tasse su un imponibile irrisorio, aveva scope, to J'on. Giorno, e aveva fatto un'interrogazione il1 parlamento, ma senza risultato. Oggi l'onorevole ha trovato la risi;-osta che cercava, oggi finalmente sa perché i r,iliardi di Feltrinelli non finivano sulla cartella d~lle tasse: perché • gran parte del denaro che egli doveva olla comunità come suo cor>tributo .al giusto pngresso sociale, è servito invece molto probabilmerte per aiutare sbandati e rivoluzionari ,_ Stia tranquillo Pella, ministrn delle finanze, e i suoi colleqhi colonnelli del governo Andreotti· con la morte di Feltrinelli le tasse sono salve. e la rivoluzione, priva di finanziamenti, è sospesa a tempo indeterminato. "Non si può pretendere che i fascisti non paghino di uguale moneta chi li offende e chi li diffama", era scritto nel comunicato delle Squadre d1 Azione Mussolini dopo le tre bombe scoppiate a Milano nella notte del 10 febbraio. Se così stanno le cose il conto del SAM è lungo visto ohe l'attentato è l'undicesimo dall'inizio del '71 nella sola Milano. Eppure nessuno è mai stato processato per questi attentati, solo un paio di denunce per quintali di tritolo sparsi qua e là a Milano che è la loro "piazza" preferita da quando, dopo il loro scioglimento ufficiale, cominciarono la loro attività clandestina nel gennaio del '69 con due etti di esplosivo. La polizia naturalmente li copriva. Il commissario CalabrPsi ( si proprio quello che alla fine dello stesso '69 avrebbe ucciso Pinelli) disse che la sigla SAM, incisa sull'involucro metallico dell'ordigno, indicava una "squadra di azio~e non meglio identificata ... L'unico che sia mai finito in galera (sia pure per poche ore) a causa degli attentati è Italo Janni, arrestato per gli attentati al "Giorno" del ventitré maggio '71. In quella occasione venne anche denunciato Pietro Cireddu, già processato nel '69 proprio per appartenenza alle SAM. Immune da ogni denuncia Cireddu si dà molto da fare, compare in piazza ad ogni manifestazione fascista, il 17 aprile del '71, dopo gli ordigni SAM scoppiati nella notte, partecipa agli scontri di Porta Venezia. Bisogna aspettare 1'11 febbraio di quest'anno perché finisca dentro un fascistello per altri attentati SAM. Ora se ne fa un gran parlare, addirittura il MSI dice che non è farina del suo sacco. Ma proprio il fascista Servello - che oggi dice che è tutta una provocazione - per anni ha pagato le SAM per attentati che il MSI voleva senza comparire in pri. ma persona. Durante la campagna elettorale dello scorso anno proprio Servello ha avuto come scorta uomini delle S AM, per esempio nella zona di Milano-Nord, a Desio, a Nova, le sue guardie erano reclutate dalla squadra SAM che fa capo a Monza e che oggi è la più attiva. In quella occasione a Nova fu accol tella to un compagno: fu ancora lo stesso Servello a dare l'ordine di ritirata dopo aver saputo del fatto perché: "altrimenti qui ci arrestano tutti". Le SAM sono costituite da una struttura fissa di alcuni clirigenti e pochi fanatici permanenti, ad essi si aggiungono di vo:ta in volta dei reclutati. Il reclutamento avviene tra giovanissimi sottoproletari, che non è difficile convincere e che è facilissimo ricattare; sono ladri d'auto, contrabbandieri, corrieri di droga. In genere sono i segretari giovanili di zona del MSI a segnalarli ai responsabili SAM. Questi li avvicinano e promettono lavoro o soldi, o insinuano possibilità di ricatto, convincono il ragazzo a compiere un'azione e poi un'altra e un'altra ancora. Di solito sono avvertiti poco prima dell'azione. Sono risarciti se sono feriti durante lo scontro, in caso di necessità possono anche avere prestiti. Ma la protezione del MSI li segue soprattutto quando finiscono dentro per il loro lavoro, furto o smercio: avvocati al soldo del MSI li fanno uscire in breve tempo dal Beccaria, protettori influenti agiscono in loro aiuto presso giudici e carabinieri. Tutto ciò naturalmente in cambio del fedele servizio nelle SAM. Le SAM sono dunque il braccio clandestino del MSI per azioni di sabotaggio. I loro interventi sono sincronizzati sulle necessità politiche del partito, quando si tratta di intimidire compagni (p. es. la bomba alla sezione del PCI il 3 febbraio precede di poche ore la giornata di lotta all'Alfa Romeo), o quando si tratta di imbastire una provocazione (la famosa bomba alla Cattolica di cui si parla tanto era servita alla fine del '70 a preparare il terreno a due assalti fascisti alla stessa Ca~tolica e al liceo Manzoni). Costante . degli attentati SAM è l'uso di ordigni a noIl panenon è sicuro, ma l'ordinesì NAPOLI La polizia va in aiuto ai crumiri alla Mobil-Oil: ha caricato il picchetto ope. raio per far entrare dieci ìmpiegati. Gli operai hanno bloccato anche i depositi dei camion per non far uscire nemmeno le scorte. Gli operai che occupano da settimane il cantiere Pellegrino, hanno fatto un blocco stradale sotto il Municipio. La crisi a Napoli va avanti al galoppo, ma le soluzioni sono già pronte: le riunioni di Rumor coi prefetti, e dei prefetti coi questori. F, poi le liste elettorali: con 1\ndreotti capolista della DC, e l'ammiraglio Birindelli ca. poilsta del MSI, i proletari di Napoli non hanno più problemi. Moriranno di fame, ma l'ordine è assicurato. tevole potenziale sempre confezionati da esperti. Uno di questi esperti è Luciano Bonocore (lo denuncia Angelo Angeli nella sua confessione-fiume) arrivato a Milano da Napoli nel '68 con referenze del MSI napoletano che lo definivano "ottimo elemento ed esperto qualificato negli esplosivi" e che oggi è uno dei dirigenti giovanili missini e direttore del periodico "Lotta europea". Angelo Angeli, finito in galera perché stupido, nega di aver messo le bombe, ma è molto loquace e parla, fa nomi. Servello si affretta a dire che è stato espulso dal MSI. E Angeli - divenuto capro espiatorio - ha paura, dice che lo vogliono far fuori. Non gli possono perdonare, per esempio, di aver rifiutato una strana offerta di Gianluigi Radice: per 80.000 lire mettere bombe alle sedi del MSI! Assieme al nome di Radice, Angeli ne fa altri, altrettanto noti: Nestore Crocesi, Dario Pansironi, Antonio Valenza, Davide Beretta, Giancarlo Esposti. Sono fascisti noti, il più interessante è Esposti, già coinvolto nell'assassinio per rapina del benzinaio di piazzale Lotto, tornato a galla nel processo agli anarchici per gli attentati del 25 aprile indicato come persona in possesso di esplosivi e capace di maneggiarli. Il solito Calabresi affossò le indagini. Valenza e Esposti hanno il conto aperto con Angeli. Al tempo in cui rifiutò di mettere le bombe alle sedi MSI i due lo minacciarono vantando "potenti amici a Varese". Sarà per merito di quelle amicizie che Esposti non e mai finito dentro. Quelle stesse amicizie che gli pagano una 1750, macchina che va ad aggirarsi nei pressi della sede del1 'Unità poco prima dell'ultima ma '6omba. Supplemento quotidiano a •lotta Continua• - Reolstraz. del Tribunale di Torino n. 2042 del 15-11-69- Dir. Resp.: Giampiero Mughinl Poo-llto OAPCO Via Dandolo 8 . ROMA

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==