Guglielmo Ferrero - Le origini della guerra presente

- 16 - tore rispose con esser questo possibile, dat11 fa risoluzione presa di non immischiarsi nel conflitto austro-serbo. Allora il Ministro domandò se le quattro Potenze - Inghilterra, Germania, Italia e Francia - non avrebbero potuto tentare qualche passo a Pietroburgo e a Vienna, poichè la questione si riduceva insomma tra Russia e Austria. L'ambasciatore allegò la mancanza di istruzioni. Finalmente il Ministro rifiutò di aderire alla proposta tedesca.» Sevastopulo. Se questa tesi non era un espediente per procrastinare, bisogna ammettere che la Germania fu il 26 vittima di una singolare illusione. Ciò che essa chiedeva con cosi ingenua bonarieta altro non era che la totale capitolazione della Russia: come già nel 1909, la Russia avrebbe pagato tutte le spese della pace europea, e la Germania sarebbe uscita da questa crisi con un trionfo diplomatico. Non può quindi sorprendere che la mossa tedesca sia fallita. Londra e Parigi risposero che per salvare la pace bisognava agire, non a Pietroburgo ma a Vienna (G. B. 46, Russ. 28, Frane. 56), e unico risultato di tutte queste discussioni fu che si perdette ancora un po' di tempo. La Germania discorde dal• le altre grandi Potenze (27 luglio). In quel momento, per salvare la pace, non v'era che un mezzo: accettare senz'indugio, sinceramente, il progetto inglese. Questo aveva fatto l 'ltalia fino dal 26. (G. B. 35). Il 27 la Francia dava la sua adesione (G. B. 51), e la Russia dichiarava che se -il progetto di « spiegazioni dirette con il Gabinetto era irrealizzabile >> essa era pronta ad « accettare la proposta inglese o qualsiasi altra atta a risolvere favorevolmente il conflitto n (Russ. 32). Non mancava dunque più che l'adesione della Germania, e la pace mondiale' sarebbe stata salvata, forse. Ma la Germania, il 27, respinse la proposta inglese, dopo alcune contraddizioni inesplicabili. Il Sig. Cambon, ambasciatore di Francia a Berlino, telegrafa di aver parB.blloteca Gino Bianco

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