Virgilio Gayda - Gli slavi della Venezia Giulia

-8rappresenta un tutto unito, che fa capo a Trieste. E il grande centro di Trieste, che raccoglie attorno al suo porto già quasi il venticinque per cento di tutta la popolazione della regione, riportato in contatto con la sua campagna, sarà, insieme ·a Fiume, che irradia la sua influenza sulla costa orientale dell'Istria, nel Quarnero, la base naturale, non solo politica ed economica, ma anche nazionale di tutta la Venezia Giulia. Per questo ci interessa esaminare, prima di tutto, il problema italiano e slavo di Trieste (I). numeri del censimento e I loro artifici, Il censimento austriaco del 1900 dava per Trieste, con il territorio della sua provincia : 116.825 italiani, sudditi austriaci (77.40 per cento) 24.679 sloveni, 451 croati, 8.800 tedeschi. Quello del 191O, corretto ancora da una curiosa revisione che non ebbe esempio nelle altre provincie dell'Impero e nella quale l'elemento italiano fu escluso da ogni controllo, portò gli italiani a 1 I8.959 : ma gli sloveni a 56.9 I 6, i croati a 2.403, i tedeschi a 11.856. Aggiungiamo subito che la città propria, elemento decisivo, risultava popolata da 95.383 italiani e solo 19.694 sloveni, cosl che, ancora oggi, la massa slava di Trieste è sparsa fuori della città, nel brullo territorio del Carso, ed è rappresentata da inferiori strati incolti. Aggiungiamo ancora che, nello stesso anno, secondo i risultati del censimento si trovavano a Trieste 29.439 italiani, sudditi del regno d'Italia, che per una gran parte si possono considerare - a differenza di tutti i tedeschi e di molti slavi - indigeni del paese, discendenti da cittadini del regno, che vi sono nati e che, nel 1866, non hanno usato del diritto di opzione per il mutamento di cittadinanza. ( I) Per un più ampio orientamento sul problema italiano d'Austria e le questioni austriache vedi: Virginio Gayda. - L'Italia d'oltre confine (Torino Fratelli Bocca) e L'Austria di Francesco Giuseppe (2A edizione-id.) 81blir:iteca Gino Bianco

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