Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

terna a questi caratteri è la tecnica attiva di sopravvivenza nel digiuno interrotto da vere e proprie azioni belliche di saccheggio di vettovaglie, sabotaggio e spionaggio all'interno dello scenariodomestico da leggersi come arditi­ /tentativi di rappresentazione della realtà paterna, vano e inefficace stimolo alla costruzione di difese dell'apparato psichico che nell'anoressica permane sguarnito. Per l'anoressica scenario di guerra è la casa, per Kenia la città. Appare improponibile l'ipotesi dell'anoressia («incestuoso che non mangia») in quanto centrata su fantasie inconsce di ingravidazione orale15 , si tratta piuttosto di una fusionalità incestuosa tutta tossicomanica dove il cibo, come in altre perversioni alimentari (che lo spettro nosografico sia unico o meno) e nell'alcolismo, non si abbina al corpo della madre ma alla figura del padre, forse proprio alla sua corporeità irrappresentata. Viene coltivata (o estirpata?) una esile difesa dal rapporto o dalla violenza orale. L'ingravidazione orale, fantasia o agito dell'incestuoso che mangia, appare come l'asservimento di una teoria sessuale infatti ad un impulso genitale precoce. Infatti se il nevrotico lavora con il tratto del disegno reso difforme dall'originale aprendosi una possibilità di elaborazione linguistica del sintomo, l'anoressica avanza la sua tesi arrivando a configurarsi, massimo sforzo di sintesi nell'effige, come una fotografia scolpita o una scultura fotografica, priva di titolo, didascalia o commento. La «caparbietà del referente» secondo R. Barthes ovvero l'essenziale dell'originale - dell'origine - condannato al movimento. Augusto Iossa Fasano 254

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