Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

30 Un altro importante segnale di questa consapevolezza è l'attenzione particolare che il cugino dedica, tra i molti personaggi della folla, a un mendicante cieco nel quale palesemente rispecchia il proprio destino: «Quel vecchio se ne sta immobile così, dal primo mattino fino alla chiusura del mercato.[...] Nulla mi commuove maggiormente di un cieco con la testa così protesa, come se guardasse lontano.» [1029 sgg.] 31 Segno, questo inequivocabile dell'identità urbana del narratore, come ci ha insegnato Simmel. Cfr. Georg Simmel, Soziologie, Leipzig, 1908, pp. 650 sgg. 32 Evidente è soprattutto il debito di Hoffmann nei confronti della fisiognomica e dei principi dell'estetica razionalistica, in particolare del cosiddetto «Rahmenschau» o inquadramento prospettico di cui ci ha parlato August Langen. Cfr. Giinter Oesterle, op. cit., pp. 96 sgg. 33 Anche quelli sociali, che al cugino appaiono risolti in un idilliaco quadro di «benessere e di pacifico buon costume» [1036) tutt'altro che rispondente alla realtà storica della Berlino contemporanea, come è stato recentemente osservato. Cfr. Laurenz Demps, Der Gends' armenmarkt. Gesicht und Geschichte eines Berliner Platzers, Berlin, Haude & Spener, 1988. 34 Cfr. Claudio Magris, Ealtra ragione. Tre saggi suHoffmann, Torino, Edizioni Stampatori, 1978, p. 22. 35 Che anche in questo racconto sia all'opera uno sdoppiamento dell'identità è rivelato da quel legame di parentela che lega i due protagonisti e accentua la complementarietà dei loro punti di vista e dei loro racconti. Non a caso è solo tra loro che avviene l'unico scambio di sguardi e di messaggi dell'intero racconto («gesticolando, sventolando il mio fazzoletto riuscii ad attrarre la sua attenzione e ne ebbi in risposta affettuosi cenni di testa», p. 1015) laddove vige altrimenti la visione claustrofobica e a senso unico che dall'interno muove verso l'esterno, senza speranza di reciprocità. Sulle metamorfosi del «doppio» in Hoffmann cfr.: Luciano Zagari, Jean Paul, Hoffmann e il motivo del doppio nel romanticismo tedesco, «Il confronto letterario», VIII, 16, 1991, pp. 265-293. 247

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