ne (op. cit., p. 136) «trovo anch'io che non è male precisare il luogo dell'azione, perché il fatto acquista un certo sapore di verità storica, e questo stimola le fantasie pigre e accresce e la vivacità, la freschezza del racconto, specialmente quando si conoscono i luoghi nominati.» 21 E.T.A. Hoffmann, La casa disabitata, in Romanzi e Racconti, vol. I, cit., p. 769. Ma anche nel secondo capitolo dei Confratelli di San Serapione (op. cit., p. 89) troviamo ad introdurre Un frammento dalla vita di tre amici un'osservazione analoga: «Ero con lui nel giardino zoologico di Berlino quando, sotto i nostri occhi, avvenne un fatto da cui trassi argomento per il racconto intitolato[...] ». 22 Così nel testo di una trasmissione radiofonica del 25 febbraio 1930 dal titolo Berlino città demoniaca, oggi contenuto in Walter Benjamin, Burattini, streghe e briganti. Illuminismo per ragazzi (1929-1932), Genova, Il Melangolo, 1993, p. 61. 23 Per l'edizione tedesca del racconto si veda: Des Vetters Eck-fenster, in E.T.A. Hoffmann, Spiite Werke, Darmstadt, Wissenschaft-liche Buchgesellschaft, 1978, pp. 595-620. La traduzione italiana di Carlo Pinelli, da cui si citerà in seguito indicando tra parentesi quadra le pagine relative, è contenuta in E.T.A. Hoffmann, Romanzi e racconti, vol. III, Torino, Einaudi, 1969, pp. 1014-1037. 24 Pubblicato nel primo numero della rivista, il 2 gennaio 1821, questo Schreiben an den Herausgeber è oggi contenuto in E.T.A. Hoffmann, Schriften zur Musik, Nachlese, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1978, pp. 673-679. 25 Il cugino viene paragonato in apertura di racconto allo scrittore francese Paul Scarron, famoso per il suo Roman comique e sofferente a sua volta di paralisi. Ma la fonte più diretta va considerata (come ha fatto rilevare Georg Ellinger, uno dei più competenti editori dell'opera hoffmanniana) lo schizzo di Karl Friedrich Kretschmann, Scarron am Fenster (Scarron alla finestra), apparso in Germania nel 1798. Da esso Hoffmann trarrà, oltre al motivo della malattia del protagonista, la forma del dialogo, nel corso del quale Scarron, intento a osservare dalla sua finestra lo spettacolo della folla parigina, traccia a un ipotetico lettore una serie di ritratti caricaturali dei passanti. Cfr. Gunter Oesterle, Des Vetters Eckfenster, in «Der Deutschunterricht», 1, 1987, pp. 84-110. 26 Jean Starobinski, Les fenétres de Kafka, cit., p. 38. 27 Cfr. Georg Wirth, Taubenstrasse N. 31 - III. Etage. Hoffmanns Wohnung in Berlin, «Mitteilungen der E.T.A. Hoffmann Gesellschaft», 28, 1982, pp. 39-43. Di questa abitazione e della vista che da essa si dischiudeva possediamo un delizioso schizzo dello stesso Hoffmann inviato in data 18 luglio 1815 al suo editore Kunz. Se ne trova una riproduzione in Gunter Oesterle, op. cit., p. 90. 28 Cfr. Philippe Hamon, Expositions. Littèrature et architecture au XI siècle, Paris, Corti, 1989, p. 49. 29 Sergio Givone, Hoffmanns moderne Asthetik, cit., p. 60. 246
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