Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

NOTE 1 E.T.A. Hoffmann, / confratelli di San Serapione, in Romanzi e Racconti, vol. II, a cura di Carlo Pinelli, Torino, Einaudi, 1969, p. 225. 2 /vi, p. 39. 3 lvi, p. SO. 4 «Nessun maestro ha saputo, come Callot, costringere entro un così piccolo spazio una tale moltitudine di oggetti e farli risaltare uno accanto all'altro - uno dentro l'altro- senza confondere l'occhio, di modo che ognuno di essi, pur sussistendo come soggetto autonomo, si inserisca perfettamente nell'insieme del quadro.» E.T.A. Hoffmann, Jacques Callot, in Romanzi e racconti, vol. I, Torino, Einaudi, 1969, p. 8. 5 Basti qui ricordare, tra i numerosi critici che sostengono l'asistematicità dialettica della poesia hoffmanniana, Wulf Segebrecht, Autobiographie und Dichtung. Bine Studie zum Werk E.T.A. Hoffmanns, Stuttgart, Metzler, 1967. 6 Cfr. Peter v. Matt, Die Augen der Automaten. E.T.A. Hoffmanns Imaginationslehre als Prinzip seiner Erzahlkunst, Tubingen, Niemeyer, 1971, pp. 1-37. 7 Condividiamo a questo proposito la tesi esposta da Luca Crescenzi nel suo saggio Il vortice furioso del tempo. E.T.A. Hoffmann e la crisi dell'utopia romantica, Anzio, 1992. 8 Si vedano al rigua:rdo le acute osservazioni di Sergio Givone, in Hoffmanns moderne Asthetik, «Mitteilungen der E.T.A. Hoffmann Gesellschaft», 30, 1984, pp. 52-68. 9 Ho potuto approfittare per queste brevi riflessioni del contributo recente (e per ora non ancora pubblicato) di Philippe Hamon al convegno «Il testo letterario e l'immaginario architettonico» tenutosi all'Università di Bergamo nell'aprile del 1993. Ringrazio qui il prof. Ugo Persi per avermi fornito il testo della preziosa relazione di Hamon, intitolata appunto La fenétre. 1° Cfr. Yvonne J.K. Holbeche, Opticals Motifs in the Works of E.T.A. Hoffmann, Goppingen, Kummerle, 1975; Max Milner, La fantasmagoria. Saggio sull'ottica fantastica, ed. it. Bologna, Il Mulino, 1989; Gerhard R. Kaiser, E.T.A. Hoffmann, Stuttgart, Metzler, 1988, pp. 136 sgg. 11 Forse nessuno meglio di Jean Starobinski ha studiato le infinite varianti metaforiche di questo motivo: cfr. J.S., Fenétres de Rousseau à Baudelaire, in Homme de lettres. Freundesgabe fii.r François Bondy, Zurich, s.i.e. 1985; J.S., Finestre sulla città: daRameau a Kafka, Relazione inedita tenuta al convegno «La città: immagini e immaginario», Vicenza 18 maggio 1988. Un ringraziamento particolare al prof. Giuseppe Barbieri per avermene cortesemente fornito il testo. Si tratta (fortunatamente, in questo caso) della rielaborazione di un precedente intervento oggi disponibile come Les fené244

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