Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

Le finestre di Hoffmann inquadrano un paesaggio urbano nel quale si rispecchia una vita enigmatica e sfuggente che non si lascia più racchiudere nell'angustia di uno scorcio, realistico o fantastico che sia, così come fascinazione o orrore non esauriranno mai il perturbante intrico di sensazioni che una tale vista sa suscitare. Quelle finestre si affacciano su case, su strade e su piazze gremite a loro volta di altre finestre e di altri occhi che rimandano all'osservatore l'immagine speculare della sua paralizzante solitudine, o che lo irretiscono in uno scambio di sguardi con incubi e fantasmi che hanno il volto di un passante sconosciuto o di una misteriosa vicina di casa19_ Intorno a una finestra si organizzano dunque racconti fondamentali come Euomo della sabbia, La casa disabitata, Un frammento dalla vita di tre amici, nei quali si lascia espressamente riconoscere una Berlino ormai avviata alla propria metamorfosi in grande metropoli20 e, come tale, pronta a diventare per lo scrittore una riserva inesauribile di materiale narrativo (tragico, fantastico e grottesco), una palestra insostituibile per il suo talento fisiognomico-visionario. Teodoro, tra i personaggi dei Racconti notturni quello che con maggior passione coltiva il magico «sesto senso» di chi sa scoprire il meraviglioso e lo straordinario nascosti nei recessi della normalità, attinge le proprie storie dalla sua antica mania di bighellonare solo soletto per le vie, godendomi ogni incisione, ogni cartellone esposto in mostra, osservare i passanti e, a qualcuno, tentar perfino di tracciare un oroscopo così, mentalmente .. . 21 Hoffmann è dunque fra i primi scrittori - almeno in Germania - a scoprire e ad amare questo specifico doppio volto della realtà urbana: il suo essere, nel contempo, teatro dell'alienazione, dello spaesamento, dello choc del 233

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