Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

tavia nella poesia tardo-illuministica e romantica è la natura (e soprattutto il cielo) a costituire lo scenario privilegiato su cui l'occhio si posa per trovarvi riparo o per alimentare la propria Sehnsucht, trasponendo nel :::onfronto fra spazio chiuso e sconfinata vastità il contra� co fra l'intimità dell'io e gli orizzonti infiniti del non-io Se la vista incontra invece un panorama urbano15 , la sua grigia monotonia, il frenetico brulichio della sua folla vengono avvertite come oscura minaccia all'integrità del Soggetto; ecco predominare allora l'inquietudine (basti qui ricordare lo sgomento di un Jean Paul o di un Morike) e, con essa, lo sforzo di trasfigurare l'immagine reale in uno scorcio pittoresco, in un bozzetto tanto più idilliaco quanto più riparato e lontano è l'osservatorio da cui ci si affaccia sull'incubo metropolitano16 . Nella letteratura del primo Ottocento tedesco l'aspetto reale della città finisce così per rivelarsi inconciliabile con la poesia17 e mette a repentaglio la sovranità dell'artista, come avverte persino un Heine davanti alla «colossale uniformità» di Londra. Hoffmann, invece, non spinge lo sguardo verso quelle lontananze, né lo leva veyso il cielo; è nota, del resto, la sua personale avversione per la libera natura, tanto più se primitiva e solitaria. Egli è invece ormai pienamente consapevole che il paesaggio davanti al quale il Soggetto moderno può porsi gli interrogativi centrali dell'esistere, trovando rispecchiate le contraddizioni cui si sa condannato, è la grande città con il suo ordine inafferrabile, con la sua fascinazione labirintica e magmatica, con la permanente ambivalenza di sensazioni cui -ci sottopone. Perciò non c'è traccia, nella città di Hoffmann, di quella rassicurante idillizzazione che è cifra dominante della letteratura urbana tedesca dell'Ottocento; e ànche quando la sua pagina pare sciorinare dei garbati «quadretti di genere» - come nel caso del racconto che ci proponiamo di analizzare - è solo per mostrare i rischi, la precarietà e soprattutto la parzialità di una tale illusione18 • 232

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