del sudore dello schiavo (I, 2, 315)? Shakespeare riprende essenzialmente il simbolismo bifronte dell'isola e del mare, temuti e desiderati, datori di vita e portatori di morte. In perpetua oscillazione tra significati e discorsi molteplici, rivendicata da aree semantiche contrastanti, l'isola deve ben poco alla natura spontanea e rigogliosa di qualche regione tropicale; più che a un improbabile realismo esotico, mi pare che il testo ci inviti a riflettere sulle tensioni insite nell'idea stessa di insularità: mare-terra, isolamento-libertà. Soprattutto perché i rapporti sull'isola sembrano non potersi scindere da cruciali problemi di dipendenza e di soggezione. Come Prospero, allontanato da Milano e approdato lì per divina provvidenza, Sycorax, per ragioni naturalmente diverse, è stata anche lei «bandita» da Algeri, e «sbarcata qui incinta» (I, 2, 269)54 . È sotto il segno della costrizione e dell'esilio che i fondatori mettono per la prima volta il piede sull'isola. Per alcuni luogo di confino, periferico, l'isola diventa tuttavia la terra-madre di Calibano, la sua origine, il suo centro e proprio per questo, la posta di un forte conflitto di legittimità (che si ripeterà nel tentativo di golpe di Stefano e Trinculo) Cal: Quest'isola è mia. Mi venne Da Sycorax, mia madre. E tu me l'hai presa (I, 2, 333) All'incertezza geografica si accompagna così una sovrapposizione di statuto, dovuta all'incrocio tra centro e periferia: l'oggetto di lotte tanto aspre è anche, lo ricorda Ariel ai naufraghi attoniti, un;isola di rifiuti: Ariel: Il destino che governa... Vi ha fatti vomitare su quest'isola dove l'uomo non abita... (III, 3, 56) Che lo spazio dell'isola sia oltremodo politico e legato 222
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