Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

logico-insulare! Si tratta qui, per inciso, di un prezioso caso di sovrapposizione giardino-teatro: la scenografia di Thethy's deve molto se non tutto al programma iconografico che Caus stava realizzando per la regina Anna a Somerset House. La passione isolana non si esaurisce nel registro scenografico e può avere delle forme molto più intriganti e scientificamente avanzate, come creare isole dal nulla. È il progetto che nutriva Caus per il parco di Richmond, costeggiato come si sa dal Tamigi; lì, demiurgicamente, dovevano sorgere dalle acque tre isolotti, grazie a un costosissimo e faticoso lavoro di «scavo, arginamento e livellamento»51 , per rallegrare la vista e forse evocare lidi più esotici. Non pago dei lavori di Richmond, Caus si sposta a Hatfield e nonostante le rimostranze del suo committente Cecil che teme le troppe spese, disegna l'isola artificiale che esiste a tutt'oggi52 . Tra tutte le isole consegnateci dal manierismo, la più complessa è quella di La Tempesta. La prima perplessità sorge attorno alla doppia iscrizione topografica dell'isola. Inassimilabile infatti all'isola utopica, che per definizione non appartiene a nessun luogo, come alla sua sorella l'isola paradisiaca, il dominio di Prospero appartiene legittimamente a due contesti: quello mediterraneo, delimitato dai porti di partenza e di arrivo, dall'ipotesto virgiliano..., e quello atlantico, per quelle Bermude che vengono menzionate, per il dio di Sycorax, Setebos, di origine sud-americana, e anche per l'eco coloniale che si può cogliere nell'unica occorrenza shakespeariana della parola piantagione, plantation (II, 1, 139)53 . Le ambivalenze dell'isola sono state troppo glossate per soffermarvisi a lungo. Ricordiamo solo che il testo organizza una serie di contraddizioni destinate a rimanere insolute. È questo un luogo ricco di promesse naturali, pronto a nutrire i suoi abitanti senza chiedere sforzo, come ci ricorda Caliban (II, 2, 167)? O invece un giardino di dopo-caduta, segnato dalla fatica e dalla necessità, in cui non si può fare a meno 221

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