Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

dei versi precedenti) a far sì che il dolore, proprio, costituzionale si potebbe dire («l'eterno mio dolore»), e l'altrui sdegno aumentino il tormento del poeta. Qualcosa di più che una semplice dimostrazione di maggiore libertà nell'assumere la rigida forma sestina, pertanto, si nasconde nella caduta nel congedo della parola-rima amore; grazie a tale espediente strutturale, difatti, che in qualche modo sintetizza il luogo e il tempo dell'enunciazione (che è quell'essere lungi da gli occhi il cui dolce riso aveva la proprietà di «nutrire» fede all'interno dello stesso sospecto), il meccanismo stesso della sestina viene per così dire liquidato, non già nella tensione alla duplicazione che si scorgeva negli individui di Petrarca (quasi che il congedo supplisse ad un rinnovato inizio del congegno) ma piuttosto nel venir meno della stessa configurazione che ne aveva garantito il funzionamento. Il tutto contribuisce a dare un senso di chiusura, o addirittura di fallimento, assolutamente inusitato nella frequentazione della forma, come se i rimbalzi messi in circolo in questi versi (prima sentimentali, s'è detto; poi legati all'oscillazione priusquam-postquam) dichiarassero appunto tutta la loro miserevole fissità; e il congegno stesso della sestina, tanto spesso piegato a render conto di rovelli memoriali o solenni ripensamenti, si riconsegnasse, arreso, alla massima velocità che è quiete, e dunque, a suo modo, a quella stessa ottusa, ripetitiva orbita del desiderio per cui alla sua origine l'esemplarono Arnaut e Dante. A fronte di un tale esito, è difficile immaginare una posizione più lontana e dall'imitazione petrarchesca del Quattrocento (sia essa incarnata da Giusto de' Conti o dallo stesso Lorenzo autore di sestine o, più tardi, dal Cariteo) e, tutto sommato, anche dalle altre posizioni «anomale», quale innanzitutto quella del Boiardo. Non è allora un caso che il circolo laurenziano, pur elevando l'Alberti a modello per quello che riguarda la prosa latina (si pensi alla monumentale edizione, postuma e patrocinata 277

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