(c.m.) Quanto più l'impulso che lotta per emergere nella coscienza [del personaggio] è riconoscibile con certezza, tanto meno esso venga chiamato chiaramente per nome, così che nell'ascoltatore il processo si svolga mentre la sua attenzione è distratta ed egli è in preda alle emozioni invece di rendersi conto di quanto avviene54 . Questa è una prescrizione imprescindibile per la scrittura estetica, poiché solo seguendola si possono aggirare le resistenze del lettore e scatta l'identificazione inconscia. È nell'elaborazione del materiale inconscio che lo scrittore significativo rivela la sua forza; lo scrittore mediocre si limiterebbe a produrre il nudo documento clinico, «la tesi piccina e gretta» che «promana il tanfo di una chiusa miseria», come la definì Gadda. Si sta cercando di dimostrare che Gadda, pur occupandosi negli anni '44-'47 di un unico, vasto problema, quello del narcisismo (malinconia come «nevrosi narcisistica»55; invidia del pene come possibile causa di recessione al narcisismo preedipico), praticò, con la sincronica stesura di Eros e Priapo e del Pasticciaccio '47, una doppia scrittura molto sottilmente differenziata. Quello che si è detto per l'«invidia penis» e il suo occultamento romanzesco, vale altrettanto e più per la disseminazione semica della malinconia- vero e proprio percorso di senso celato con minuziosa cura nella parola del testo- e per un nuovo tratto connotatore della signora Liliana che si dovrà sottoporre a verifica. Ma prima: dove Gadda ha potuto reperire quel materiale, che Eros e Priapo definisce «noto»? Vi è un indizio testuale di considerevole importanza: la compresenza delle definizioni freudiana («invidia penis») e adleriana («mannlicher Widerspruch des Weibes») del complesso di castrazione femminile. Ora, esiste una pagina di Freud che raccoglie le due definizioni; essa apre il terzo paragrafo dell'Introduzione al narcisismo (1914), 240
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