Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

gizzanti che facevano il gioco del famoso e nevrotico antifemminismo gaddiano, si dovrebbe piuttosto rilevare che una delle chiavi di lettura della «Persona» Liliana (l'altra è, lo abbiamo mostrato, la malinconia) è qui occultata. Si rammenti il secondo monologo di Ingravallo: «la personalità femminile [...] strutturalmente ìnvida al maschio» e si confronti con «quel processo di mortificazione ìnvida e quasi rancurosa, tipico della germinale psiche muliebre», di cui parla Eros e Priapo. La presenza in ambedue i frammenti e in identico contesto discorsivo di «ìnvida» non solo ne denuncia l'omogeneità, ma rimanda direttamente alla «"invidia penis"», discussa da Gadda nel nome di Freud. «Invidia penis» è la «causale prima» della malinconia che trascina la signora Balducci nella psicosi, abbastanza «brutale» da non poter entrare sic et simpliciter nella diegesi, e censurata, dunque, dal «più cauto e più caramelloso» romanziere. La denominazione clinica è adatta, viceversa, alla dura precisione dell'accusatorio Eros e Priapo, non senza una trasparente velatura latina («ìnvido Eros» e «invidia penis» ricorrono, in endiadi, poco oltre in Eros e Priapo51). Quanto al resto, i due testi sembrano esercizi di stile per acclimatare un identico materiale in due registri di scrittura così diversi quali il romanzesco e il pamphlettistico, tanto più che il narratore del Pasticciaccio, dice dell'erotismo di Liliana, con straordinaria precisione: «Liliana[...] aveva parlato al cugino con l'indulgenza ammirata e un po' ìnvida con cui le donne belle guardano sempre i bei giovani»52 . Una formula come «invidia penis» non può che sfiorare la «stupenda» Liliana molto indirettamente; ma chi pensasse a una forma di censura di convenienza pubblica, si fermerebbe alla superficie del problema. Lo scrittore che voglia portare «personaggi psicopatici sulla scena»53, deve ritardare e, soprattutto, velare, nascondere, mascherare il conflitto che vuole rappresentare. 239

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