gisse come imminente la propria fine: se non anche, addirittura, che avesse premeditato il suicidio [...] Anche la scrittura [...] rivelava [...] una strana ebrezza al distacco dalle cose, e dai loro nomi e dai simboli: quella voluttà del commiato che subito distingue[...] le menti a insaputa loro suicide.[Don Ciccio mentalmente diagnostica] la psicosi tipica delle insoddisfatte, o delle umiliate nell'anima: quasi, proprio, una dissociazione di natura panica, una tendenza al caos[...] La personalità femminile[...] mancandole i figli, sentenziò Ingravallo, il marito decade senza suo demerito a buon amico ma di gesso [...] e l'uomo in genere (nel di lei apprendimento inconscio) è degradato a pupazzo[...], nell'inconscio 'abbandona il marito': e forse abbandona ogni uomo[...] La personalità di lei, strutturalmente ìnvida al maschio e solo racchetata dalla prole, quando la prole manchi accede a una sorta di disperata gelosia, e, nel contempo, di sforzata ouµna-da sororale nei confronti delle cosessuate. Accede, potrebbe credersi, a una forma di omoerotia sublimata: cioè a una paternità metafisica 46 . Le due scene capitali per comprendere Liliana sono, dunque, due flussi di pensieri di Ingravallo. Proviamo a formalizzare: il monologo del pranzo si compone dei temi: a) la tristezza di Liliana; b) l'incompatibilità spirituale dei coniugi; c) l'assenza di figli; d) i simboli del «padre in potenza» e dell'«adozione» nell'inconscio di Liliana. Durante la lettura del testamento, lngravallo precisa e, soprattutto, collega i temi precedentemente enucleati, arricchendoli di almeno un elemento nuovo: il suicidio. Nel secondo monologo, oltre ai temi già visti, troviamo: e) l'impulso inconscio al suicidio; f) la «personalità femminile strutturalmente ìnvida al maschio»; g) l'«omoerotia sublimata», ovvero la «paternità metafisica». Secondo la canonica tipologia di Forster, Liliana è un personaggio «piatto»47 (pochi tratti connotatori non con237
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