Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

Se è vero, come sostengono Caillois e Todorov, che l'investigatore impone al lettore di romanzi polizieschi una primaria, forzata identificazione, il paragone tra il detective e lo psicoanalista vanta la menzione diretta di Sigmund Freud43 . Don Ciccio, «misero e pertinace indagatore dei fatti, o delle anime»44 entra così in un campo di forze a tre vettori: investigatore-psichiatra-lettore, che lo pone in relazione, da una parte, all'interno del testo, con Liliana; dall'altra, lo proietta all'esterno, facendo di lui il filtro attraverso cui la diegesi perviene al lettore reale. Per due volte Ingravallo si vede costretto ad assumere il ruolo di Seelensucher, nei confronti di Liliana. l) Il pranzo (c.m.) Il dottor Ingravallo a quei sospiri[...] a quegli sguardi che talora divagavano tristi[...] aveva preso poco a poco a farci caso: ne aveva dedotto altrettanti indizi[...] di uno scoramento crescente [...] Aveva creduto d'intuire: non hanno figli[...] i figli non erano arrivati. Quasi per una incompatibilità gamica dei due spiriti[...]. Lei però lo amava: era il padre in imagine, il maschio e padre in virtù, in virtù se non in facto, in potenza se non in atto. Era stato il possibile padre di una prole sperata[...] Si sarebbe detto che in ogni omone lei venerasse... un padre onorario, un padre in potenza [...] la Mvaµtç del padre.[...] La signora Liliana, non potendo scodellare del proprio... Così ogni anno: il cambio della nipote doveva di certo valere nel suo inconscio come un simbolo, in sostituzione del mancato scodellamento45 . Giunge poi il giovane Giuliano Valdarena a interrompere il corso delle riflessioni di lngravallo. 236 2) La lettura del testamento olografo (c.m.) Si sarebbe creduto che nell'atto di redigere l'olografo la povera Liliana, in preda a una specie di follia, di allucinazione divinatoria, già presa-

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