corona nelle loro mani, gliela posero sul capo; poi, con l'avvertimento di una pistola, le barche furono preparate e seguì una tale raffica di colpi, che il re saltò su una di esse orribilmente terrorizzato, finché non vide che tutto era a posto. Poi ricordandosi di se stesso, per congratularsi della loro gentilezza, diede le sue vecchie scarpe e il suo mantello al capitano Newport; ma percependo che l'intento del capitano era quello di scoprire il Monacan, egli si adoperò per distoglierlo, rifiutando di prestargli uomini o guide al di là di Namontack. Così dopo alcune piccole gentilezze reciproche, in cambio dei regali egli donò a Newport un mucchio di spighe di grano che poteva essere di 7 o 8 staia. Ne comprammo altrettanto in città e con il tutto tornammo al Forte. Questa è una storia molto complicata, con un primo piano, uno sfondo e anche un sottofondo. In primo piano c'è lo stupefacente spettacolo di Powhatan, che tollera con sospetto il mantello scarlatto, il bacile la brocca e il letto, ma nonostante le accese insistenze degli altri, rifiuta assolutamente di inginocchiarsi per ricevere la corona; è necessario lo sforzo di tre uomini per posargliela sul capo. Poi segue la necessaria sequenza onorifica che terrorizza il nuovo re il quale tuttavia si riprende presto, tanto da offrire al capitano inglese, insieme ad un mucchio di grano, il suo mantello e le sue vecchie scarpe. Sullo sfondo c'è la crescente consapevolezza da parte degli Indiani che i visitatori Inglesi sono invasori; poi vi è il tentativo condotto dal potente Powhatan di presentare un fronte unito per i negoziati, mentre d'altro canto gli Inglesi fanno tutto il possibile per attuare il motto "divide et impera". In sottofondo c'è l'incessante auto-promozione dell'autore, John Smith, soccorso in questa situazione dell'inettitudine manifesta di Newport che non capisce gli Indiani, come Smith. Sottofondo e sfondo non presentano reali problemi 211
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==