dal nero di fondo Frammenti di una lettera di Odilon Redon a Edmond Picard 1 ' ... non lontano da un gran fiume, e dal mare, ai margini del Médoc. Son state là la mia culla e la mia balia. Ho trascorso l'intera infanzia, assai libero, con i figli dei contadini. Non ho più ricordi, se non della nostra_ vecchia casa, un tempo castello ricoperto d'ardesie, vecchi muri del XVI secolo. In quel luogo la campagna era assai bella: boschi, begli alberi secolari, lande a perdita d'occhio. Una popolazione dimessa, triste, stretta fra il fiume e il mare, inamovibile. Ho visto sguardi disperati, sofferenze compresse. Ho sentito raccontare leggende di superstizione - c'è chi fa sortilegi ancor oggi. Là l'autunno è sempre magnifico. Il mare e la palude rendono fiabesca l'atmosfera, avvolgendola nelle foschie. Molto piccolo, in quell'isolamento, sentivo tanta musica. Mio fratello, nato a Nuova Orléans, più grande di cinque anni, era un bambino prodigio nella musica. Quan- '' Questa lettera fu pubblicata ne «L'Art moderne» (Bruxelles), XIV, n. 34, 25 agosto 1894, pp. 268 e sgg. Era accompagnata da una nota del destinatario, Edmond Picard. La lettera è stata pubblicata anche in olandese nel «Nieuwe Rotterdamsche Courant». 222
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