Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

parziale o invece serva a rafforzare i suoi effetti di seduzione. Quando l'oratore ostende al giudice lo specchio che riflette l'immagine dell'arbitro imparziale, come è possibile sapere se l'avvocato travestito da testimone non stia per caso utilizzando questo stesso specchio per blandire la vanità del giudice perché questi rimanga catturato dalla propria immagine esemplare?50 Per l'oratore si tratta soprattutto, con apparenze di obiettività, di stornare il giudice da ciò che questi potrebbe avere in mente. Quintiliano lo riconosce esplicitamente: la situazione nella quale veramente occorre far violenza all'animo dei giudici, e stornarne la disposizione dalla contemplazione stessa della verità, richiede lo specifico intervento dell'oratore. Questo non l'insegna il cliente né è riportato negli atti del processo51 . La retorica antica prevede perfino una figura che finge l'assenza di figure, dando l'impressione di un attacco all'avversario condotto a viso aperto. Questo sembra il colmo della lealtà: l'oratore mascherato simula il nontravestimento, aspetto che più di ogni altro induce il giudice a farsi catturare dalle figure, una volta che si sia lasciato persuadere che noi non vogliamo servircene5 �. In sintesi, sia che si tratti di ammissioni, di confessione, d'improvvisazione o anche di un linguaggio che per la trasparenza gioca con la verità dei fatti e dellamorale, tutte queste retoriche, che consistono nel rendere naturale l'elocutio sotto l'aspetto di un parlare senza affettazione, o che sarebbe del tutto equivalente all'ostensione del referente, sono frutto di una padronanza delle apparenze, dissimulata sotto degli effetti contrari. Si potrebbe dire altrettanto della concezione che Quintiliano ha della narrazione e della descrizione nel discorso oratorio. Fittizie o reali che siano, l'una e l'altra consisto242

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