al giudice lo spettacolo dell'onestà morale di una parte in causa. In definitiva, la morale del vir bonus potrà sempre servire �ome finzione rassicurante, modellata sulla necessità della causa: Quella parte della morale che viene chiamata etica - dice Quintiliano - è sicuramente adattabile a vantaggio dell'oratore48 . Per cui non c'è niente di più naturale che captare la benevolenza del giudice e degli ascoltatori, facendo creder loro che la parte in causa, poiché è un uomo onesto, dice semplicemente le cose come stanno. In questo modo, dopo aver tratt' eggiato in modo spettacolare il ritratto del vir bonus dicendi peritus, Quintiliano si appresta a dargli piena licenza di manipolare il giudice, raccomandando all'oratore di lasciare al discorso qualcosa di semplice e non elaborato... infatti un'orazione che dissimula l'arte... spesso si insinua meglio. Ma si ricorrerà a questi espedienti a seconda dell'intenzione con cui si vuole plasmare l'animo del giudice49 . La morale fa dunque parte a buon diritto della strategia oratoria. L'oratore, mentre recita la sua parte sulla scena del suo discorso, non perderà mai di vista il rispetto che si deve al giudice, come arbitro incorrotto, la cui riconosciuta autorità mantiene, secondo l'opinione comune, un'osservazione equilibrata sulle intenzioni della parte in causa. È una ragione in più perché l'oratore dissimuli il proprio personaggio di avvocato sotto la maschera del testimone, che si sforza di assomigliare, per imparzialità, al giudice. Così, la potenza del ben dire è di una tale ambiguità da non consentire mai di sapere se la morale garantisca effettivamente l'obiettività del testimone davvero im241
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