presentarsi come una persona imbarazzata, debole, impreparata, cioè turbata, al solo fine di rassicurare l'uditorio, sensibile alla spontaneità di un parlare maldestro o ancora in cerca di se stesso39 . Tuttavia non è solo nell'esordio, ma fino al termine, che l'oratore, se prosegue nel tono «naturale», dovrà mantenere questa strategia della captazione attraverso delle astuzie certamente variate, ma la cui regola comune, la più perversa esteticamente, consisterà sempre nell'evitare scrupolosamente che gli ascoltatori e il giudice si sentano presi in trappola. Tutto ciò che rassomiglia, molto o poco, a una non-premeditazione retorica partecipa di questo «naturale» che incontra il favore del pubblico, e soprattutto nel momento in cui l'oratore assume la materia dell'azione dalla parte avversa, lasciando credere che il discorso: non è stato preparato a casa - dice Quintiliano -, ma che nasce in quel momento e dal fatto, e che per la facilità accresce la fama del talento e gli procura anche una certa confidenza per l'effetto di apparire semplice, e come di derivare da quello precedente; fino al punto che, sebbene peraltro sia ben composta ed elaborata, tuttavia l'orazione sembri essere del tutto improvvisata, e il suo inizio non aver avuto chiaramente niente di preparato40 . Così, la messa in scena della spontaneità, in Quintiliano, sta alla pari solo con l'estrema diffidenza verso ogni improvvisazione che non sia il risultato di una lunga preparazione. Qui conta, e deve contare, solamente, la padronanza, cioè la vittoria conseguita sul caso: 238 E non voglio - dice l'Autore - che egli propenda all'improvvisazione, ma che ne sia capace. Questo, tuttavia, lo otterremo innanzi tutto in questo modo [...con molto esercizio dello scrivere e con lettura assidua]41 .
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