Il giorno prima aveva sognato ancora le carrozzine: chiedeva alla mamma di comprargliene una eguale, l'avrebbe adoperata per condurre nella loro casa di campagna la sua sorellina (che ha quattro anni meno di lui). Ha detto che la carrozzina del sogno aveva soltanto tre ruote, e che esiste questo tipo di carrozzine: hanno due ruote di dietro ed una sola davanti. Ecco un sognomolto trasparente. Per quello che riguarda il trio in carrozzina possiamo subito distinguere due elementi: 1) si tratta beninteso delle tre ragazze che frequentava il mascalzone, il «sudicione»; 2) loro sono tutte e tre vestite di bianco, come la ragazzina della processione, e come ci si veste per sposarsi: simbolo della innocenza. Si tratta manifestamente di trasformare l'innocenza in derisione: il nucleo della condensazione è la carrozzina, la quale gli ricorda la sorellina, alla quale ha dato la luce la sua mamma. La sua mamma, è lei che «fa delle porcherie», assimilata alla cameriera che vede sulla strada per venir da me. Vediamo che la derisione prende in giro l'innocenza della mamma e la misteriosa notte delle nozze. Il signore che somiglia a quello che accompagnava la ragazzina della processione, non è altri che quello che va con «le ragazzine che fanno le porcherie», cioè suo padre, che impedisce al figlio di avere rapporti sessuali con la mamma, «mettendo fuori il ragazzino». Tema del sogno: animosità verso i suoi genitori che hanno messo al mondo una sorellina. Certi dettagli come le tre ruote o la carozzina che va avanti senza intervento esterno (=onanismo?) sono rimasti inspiegabili. Il secondo sogno (una decina di giorni prima della fine della cura) è il seguente: «Qualcuno toccava la mano di papà, allora questa si rattrappiva completamente, e cessava di muoversi. No, non era la mano di papà, era quella di qualcun altro; sì, comunque era quella di papà. Non so se era quella di papà 235
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