scorro ad imparare la matematica pur mostrandone apparentemente il desiderio. Spesso gli insegnanti usano per questi ragazzi frasi del tipo: «Questo ragazzo non sa o non vuole ragionare!» oppure più chiaramente: «Non è intelligente!» e diagnosticano, come causa del mancato apprendimento, la mancanza o la superficialità dello studio o del1'esercizio o, talvolta, le limitate capacità intellettuali. Gli errori che questi studenti commettono in occasione di interrogazioni, compiti in classe o altre prove individuali, suggeriscono alcune ipotesi su modalità errate di ragionamento piuttosto peculiari, ma molto diffuse, che la specifica struttura della materia in questione evidenzia in modo particolare. . Il primo esempio che esporremo si differenzia dagli altri perché lo studente in questione è affetto da un grave disturbo mentale. CARLO Esponiamo alcune osservazioni tratte dall'insegnamento della matematica ad un giovane di 23 anni, Carlo, studente di una facoltà universitaria. Il ragazzo, già brillante alunno di liceo scientifico, capace e interessato allo studio, è schizofrenico e viene seguito, da circa quattro anni, in terapia psicoanalitica. La malattia è insorta dopo il conseguimento del diploma di maturità. Per iniziativa del terapeuta si attua un tentativo di riprendere gli studi universitari, di fatto mai iniziati, con lo scopo di affrontare l'esame di matematica. Nel corso di queste lezioni sono state fatte alcune osservazioni che passiamo a descrivere. Spesso Carlo dovendo svolgere l'espressione: (a + b) (a - b), risponde che il risultato è O come se si trovasse di fronte alla somma di due termini opposti: - b + b = O. Si può fare un'ipotesi: lo studente è rimasto più colpi48
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