toast per e.e. Poema-flipper Con Corrado Costa ho realizzato tra il 1971 e 1972 tre poemi flippers. Laocoonte. Lavare. Lampone. Com'è nata l'idea del primo flipper, o meglio, la tentazione di scomporre e ricomporre un flipper, di entrare nel suo meccanismo, ferirlo, bendarlo e catturarne anche le infinite possibilità di gioco. La necessità di costruire un ampio gesto poetico che in quel momento era fortemente legato ad uno strumento tecnologico. Trasformare i numeri sul quadrante verticale del flipper in parole che, combinate tra loro, componessero autonomamente poemi liberi. Eravamo in un bar a Milano in una giornata grigia e umida. A guidare il gioco fu un poemetto dedicato al «Laocoonte» scomposto sulle cinque ruote che producono infinite combinazioni. Pensavamo che le parole potessero essere scritte con carattere a stampa chiaro e uniforme. Ma in un secondo momento ci sembrò più vivace l'idea di un libero appunto, come una grande pagina mossa. La struttura del quadrante ci costringeva ad una scelta obbligata: gli spezzoni del poema erano "ingabbiati" in piccole finestre che cambiavano racconto ad ogni scatto ottenuto dalla pallina che sbatteva sul guard-rail del piano orizzontale. 218
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