Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

vati fino a quel momento per Freud in favore del padre, ma anche risulta evidente l'ulteriore traslazione di caratteristiche pertinenti originariamente al padre su Freud. Si tratta di quelle caratteristiche oggettive in fondo disturbanti, che avevano sostanziato il complesso edipico di Weiss e che, dopo la bonifica della figura paterna reale attraverso il lavoro del lutto, vengono riconosciute e collocate in Freud, che per la sua autorità, la sua intransigenza, la sua indiscussa tendenza a imporsi ai seguaci come ai propri figli analitici, si prestava ad incarnare. In questo modo, attraverso il lutto per la morte del padre, Weiss riuscì a eliminare gli ultimi residui dei vecchi fantasmi edipici e a liberarsi dal disagio emotivo, rappresentato dal sentimento di colpa inconscio, causato dalla sensazione di aver voluto dentro di sé superare il proprio padre e dalla consapevolezza di averlo in realtà, almeno culturalmente, superato. Marthe Robert ha osservato che anche in Freud sarebbe avvenuta una bonifica di tal genere nei confronti della figura paterna alla fine della sua autoanalisi. Una bonifica impiegata da Freud per separare la persona reale del padre dal personaggio mitico sul quale in passato si erano fissati i suoi desideri più arcaici: Dall'autoanalisi che lo trasforma in fantasma - non senza ragione poiché solo la sua morte la rende necessaria e possibile - Jacob Freud o meglio la sua memoria trae per prima cosa un beneficio essenziale: egli non è più il padre corruttore e corrotto che Freud per tanto tempo ha immaginato all'origine di tutti gli isterismi (Robert, 1989, p. 130). Per questo, sempre secondo la Robert, il vero eroe della Interpretazione dei sogni, che va considerata per ammissione dello stesso Freud un brano della sua autobiogra200

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