Escludendo che Saba possa esser stato influenzato dalla lettura di passi freudiani33 , sorprende in certi punti della sua analisi la concordanza con Freud e la convinzione che la psicoanalisi sia da ritenersi un prodotto dello spirito ebraico. Pure a Roma, dove Weiss si sarebbe trasferito nel 1931 con l'intenzione di diffondere la dottrina freudiana e di fondare anche in Italia un movimento psicoanalitico, nel piccolo gruppo di seguaci riunitisi intorno a lui, la componente ebraica era predominante. Non si sa se tutto questo abbia rafforzato in Weiss che - come precisa Giorgio Voghera - «non fu né credente, né osservante, ma non smentì mai in tutta la vita la sua appartenenza all'ebraismo e il suo interesse per le cose ebraiche», la convinzione di una maggiore predisposizione psicologica degli ebrei alla psicoanalisi. Predisposizione che, specialmente nel caso dei primi pionieri della scienza dell'inconscio, spesso è il corrispettivo psicologico di specifiche condizioni storico-biografiche, come attesta a livello di storia personale lo stesso Weiss, attraverso alcuni elementi biografici emersi da documenti inediti, ed in particolare da un'importante lettera conservata tra sue carte34 • In tale lettera Weiss comunica al suo analista ed amico Paul Federn la morte del padre, che lo aveva colto di sorpresa nell'agosto del 1936, mentre si trovava lontano da Trieste. Apprendendo da un telegramma la ferale notizia, lo psicoanalista triestino ebbe un lieve malore congiunto ad un senso di mancamento. Nella lettera, dopo aver analizzato particolareggiatamente le sue reazioni, Weiss riporta anche un episodio accadutogli nei giorni immediatamente successivi alla morte del padre, definendolo sorprendente: Alcuni giorni fa, mentre mi trovavo nel mio stu194
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