raggruppamento nazionale, avrebbe trovato sempre e comunque un posticino nelle file dell'umanità (Freud, 1924, p. 77). Evidentemente le speranze di Freud di trovare negli ambienti ufficiali della cultura una mentalità aperta e ispirata a quegli ideali umani e universali, in cui egli insieme a tanti altri ebrei viennesi della sua generazione fermamente credeva, subirono durante il periodo universitario un brusco ridimensionamento. Il 1873, l'anno di entrata di Freud all'Università, segnò la sconfitta politica del governo liberale, che non aveva portato a termine la maggior parte delle riforme propugnate. Le tensioni all'interno della società viennese erano in aumento e c'erano segni sempre più preoccupanti di una crescita dell'antisemitismo, che non risparmiava gli ambienti universitari. Le discriminazioni prendevano di mira soprattutto gli ebrei orientali, la cui continua emigrazione verso Vienna dalla Galizia, dall'Ungheria e da altre province dell'Impero stava preoccupando fortemente la popolazione, che temeva la concorrenza sui posti di lavoro e un impoverimento generale delle condizioni di vita12 • Il problema finì con l'arrivare all'Università, dove il numero degli ebrei, orientali e non, iscritti a certe facoltà, stava diventando molto alto. Nel 1875 Theodor Billroth, uno dei più eminenti professori della facoltà di medicina, aveva messo in subbuglio l'ambiente universitario e studentesco pubblicando un documento riguardante i requisiti umani e culturali richiesti ai candidati alla professione medica, in cui avanzava serie riserve sulla preparazione e l'attitudine degli ebrei non occidentalizzati. Il documento destò ovviamente notevole disagio anche tra gli ebrei assimilati di cultura tedesca, perché provocò tra gli studenti reazioni settarie, e incrementò lo spi180
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