Il piccolo Hans - anno XVII - n. 66 - estate 1990

Nei racconti di Saki gli animali sono benvoluti e rispettati finché non escono dai luoghi di loro competenza. Ma basta un cancelletto aperto e un porcello che fa qualche passo fuori dal suo recinto per creare scompiglio. Il porcello16 è il titolo della storia, che ha per protagoniste una madre e una figlia ambiziose ma sprovviste di un invito per il garden party più importante della stagione. Decidono allora di incamminarsi su una strada di campagna, per entrare alla festa dal giardino. La porta chiusa a chiave costringe le due signore a una vergognosa ritirata, resa ancora più difficoltosa da un enorme maiale che sbarra loro la strada. Per una piccola somma, si accordano con una ragazzina- Matilda- perché le tolga dall'impiccio. Solo quando Matilda - gettando dietro di sé, come Pollicino, una manciata di nespole sfatte - riconduce il maiale nel suo recinto, le signore si rendono conto che l'animale non è affatto selvatico, e non avrebbe fatto male a una mosca. Accanto a questi rapporti, normalizzati da regole di comportamento in grado di discriminare ciò che è accettabile da ciò che non lo è, troviamo in Saki anche due casi limite, dove la vicinanza tra uomini e animali sfugge alle regole. Rivelando da un lato che la separazione tra le due categorie non è poi così netta, dall'altro che l'animale è in grado di esercitare sull'uomo una potente forza di attrazione. In Gabriel-Ernest17 siamo di fronte a una creatura che non sta né tra gli uomini né tra gli animali: una sorta di anello mancante che collega due mondi tra cui non sembravano esserci punti in comune. La strana creatura appare per la prima volta a Van Cheele, naturalista dilettante che fa lunghe passeggiate nei boschi annotando ciò che vede «non tanto con lo scopo di portare aiuto alla scienza contemporanea, quanto per quello di rifornirsi di argomenti per la prossima con213

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