Il piccolo Hans - anno XVII - n. 65 - primavera 1990

attraverso simboli che per la loro stessa natura sono comunicabili universalmente85 . Essi sono gli archetipi, i moduli rituali della letteratura. Essi rappresentano per Frye il solo modo di parlare di veicoli per le idee universali, i modelli (pattems), legati alla convenzione delle immagini e perciò validi ovunque e in ogni tempo86 , in grado di attivare la comunicazione tra l'immaginario dei secoli. Gli archetipi sono gli elementi strutturali fondamentali che determinano il prodursi, o meglio l'autoriprodursi, della letteratura87 • Come Jung, (da cui mutua il concetto) Frye concepisce quindi gli archetipi in quanto strumenti funzionali dal carattereformale. Essi possono essere definiti come le verità plastiche, le unità formanti la struttura dell'opera letteraria88 . Gli archetipi letterari di Frye sono infatti moduli strutturali plasmanti i contenuti, sono involucri simbolici per mezzo dei quali la civiltà umana dalle origini all'Apocalisse ritorna ad essere narrata89 • Essi vengono presi da Frye nel loro aspetto altamente "platonico" di schemi, o modelli usati nella creazione: È vero che io chiamo miti gli elementi della struttura letteraria, perché essi sono tali; è vero che io chiamo archetipi gli elementi dell'imagery, perché desidero una parola che suggerisca qualcosa che cambi il suo contesto, ma non cambi nella sua essenza... 90 Perciò se la "critica degli archetipi", in quanto connessa col rituale o con il sogno, ha frequenti contatti con l' antropologia e con la psicologia (e se la storia culturale e sociale entra evidentemente a far parte del contesto di questa critica), essa nondimeno ha come scopo istituzionale lo studio dell'elaborazione formale dell'opera letteraria. Se per lo psicologo l'opera poetica è un misto di contenuto latente e manifesto, per il critico letterario« ... il conte208

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