Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

alle strutture subcorticali, luogo di attività puramente fisiologiche prive di correlati psichici. Rifiutando dal punto di vista operativo l'alternativa secca, esclusiva, fra fenomeni psichici e fenomeni fisiologici, Freud certo non cede sulla sua illusione «scientista»- mantenuta fino agli ultimi pronunciamenti - di ritrovare un parallelo organico per i fenomeni psichici; ma d'altra parte, diffrangendo i centri atomici cerebrali in una serie di relazioni, rende anche praticabile il percorso di ritorno del suo wishful thinking. Nella interpretazione freudiana, infatti, le molteplici connessioni tra aree subcorticali e corteccia consentono al «fisiologico» di Charcot di guadagnare un costante accesso corticale (e dunque psichico); ma d'altra parte lo «psichico» di Bernheim viene ritradotto nel linguaggio charcotiano, ritrovando una base organica nella corteccia cerebrale, venendo a perdere la relazione biunivoca- che fino allora conservava- con la coscienza, ed acquistando - sempre in virtù delle molteplici connessioni fra strutture cerebrali - un corteo costante di attività fisiologiche, che possono essere ben viste come la faccia non-cosciente (o almeno: non «in egual misura» cosciente) dell'attività psichica. Attività psichica che finisce così per apparire una proprietà diffusa del sistema nervoso; di contro alla coscienza, che pur essendo neanch'essa localizzabile sembra emergere dalla lunga teoria di determinazioni negative come una qualità cerebrale intermittente e scalare. Nasce così, tra le righe di questo come di altri scritti, sotto gli occhi di chi lo guarda e non lo vede (Sulloway, 1979) - novella lettera rubata- un plausibile precursore di quella che sarà la «cosa freudiana» più notevole: l'inconscio psichico, che esordisce come versione psicologica della neurologia charcotiana e poi pian piano acquisterà quella autonomia che nel nostro secolo pochi ormai negano. Nasce anche questa idea, come tante altre più oltre, come effetto caratteristico d'uno dei tratti dello «stile freudiano»: della sua inclinazione a plasmare problemi 227

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