Il piccolo Hans - anno XVI - n. 63 - autunno 1989

simo Congresso Internazionale, previsto per l'aprile di quell'anno a Salisburgo. Il problema della tecnica nei suoi rapporti con la teoria era però troppo alla ribalta per non essere toccato al Congresso. La sessione pomeridiana del primo giorno fu riservata al tema, con le relazioni di H. Sachs, S. Rado, F. Alexander e M. Klein17 • Rank:, la cui partecipazione fu in forse fino all'ultimo, si fece appena vedere al Congresso, essendo sul piede di partenza per l'America. Freud per motivi di salute non poté intervenire, pur essendo molto preoccupato per la piega che av. rebbero preso gli avvenimenti, dopo che Rank con una lettera circolare aveva comunicato che il Comitato doveva intendersi sciolto. Ferenczi si dimostrò invece più conciliante senza venir certo a Canossa, come nella sua ricostruzione Jones lascia intendere18 , per cui fu «ristabilita una certa armonia», accordandosi per far restare in vita il Comitato. Dopo questa ricostruzione delle ripercussioni piuttosto traumatiche che la pubblicazione degli Entwicklungsziele ebbe per la stabilità del movimento psicoanalitico, che bene o male era fatto di uomini con i loro limiti e le loro passioni19 , è giunto il momento di soffermarsi ad esaminare le tesi del libro, soprattutto per gli sviluppi ulteriori che queste tesi avranno nelle opere successive di Rank: e Ferenczi, le cui strade si divaricheranno portandoli in direzioni diverse. Va detto- prima di entrare nel merito dei contenuti del libro- che gli Entwicklungsziele sono scritti in un tedesco poco scorrevole (soprattutto i capitoli di Rank:); difetto aggravato nella versione inglese da una cattiva traduzione. Questo spiega almeno in parte la poca fortuna del libro, ormai del tutto dimenticato e sconosciuto anche al pubblico psicoanalitico. Inoltre, dato lo scompiglio emotivo suscitato dall'opera e lè polemiche che ne seguirono, passò quasi del tutto 174

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