· stenza di singole appendici laterali della scala, ma parla esplicitamente di un «tronco» e poi- e soprattutto- consente che i suoi «rami» potrebbero ramificarsi a loro volta: il tronco pare «gettare, da ogni parte, rami principali che getterebbero essi stessi rami secondari». Infine, favorevole all'albero s'era clamorosamente dichiarato Dupetit-Thouars, nello stesso luogo in cui sembrava aver optato per la mappa: egli affermò infatti che se a questa potessimo aggiungere «la terza dimensione», che- ammise - «la avvicinerebbe ancor più alla realtà», otterremmo «un albero i cui rami si estendono in ogni direzione». Bisognerà aspettare il 1800 perché l'immagine vengada Lainarck- adeguatamente precisata e concettualmente distinta, bisognerà aspettare il 1801 perché l'albero venga finalmente disegnato, ma una buona parte della comunità scientifica è ormai pronta ad accoglierlo. Lo disegna Augustin Augier, un botanico di Lione, che racconta di avere - come altri - operato dapprima con la scala poi con la mappa, e di essere approdato alla nuova immagine per vari motivi, il più importante dei quali è che l'albero, a tre dimensioni, ha il vantaggio di consentire una quantità di «letture» diverse, da cui si ricavano diversi tipi di informazioni. Oltre a quella orizzontale e a quella verticale sono possibili letture trasversali e una quantità indefinita di letture «locali» (relative, per esempio, al modo in cui due ramoscelli si innestano sullo stesso ramo), che forniscono informazioni su «la struttura della corolla», «la composizione del fiore», «l'insieme degli stami», «la posizione del frutto» e «vari altri caratteri», «un'infinità di altri rapporti». Ebbene, Augier suggerisce che fra le possibili letture vi sia anche l'evoluzionistica. Egli chiama «albero genealogico» la sua immagine, e finalmente lo fa in modo coerente: essa «mostra l'ordine in cui i vari rami di una stessa famiglia si sono separati dal fusto che li ha originati» e quindi può essere utilizzato 216
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