Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

to testimonia che la mappa è l'immagine della realizzazione di tutti i tipi possibili («tutto ciò che può esistere ha visto la luce e si trova o si è trovato nella Natura»), ciò che trova un'interessante applicazione nell'intervento di Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre. Anche la sua «idea di un ordine sferico» (1773) è un compromesso fra mappa e rete (che la fa assomigliare a una ragnatela, per via delle «corde» tracciate fra i «raggi», compromesso con cui è evidente che si rinuncia al modello cartografico del 1755: piuttosto che relativi alla diffusione sul territorio, i percorsi individuati tornano a essere quelli (cari a Donati) della complicazione morfologico-anatomica. Ma accennavo che anche per Bernardin de Saint-Pierre «la Natura ha fatto tutto ciò che era possibile»: ebbene, egli pensa allora di poter utilizzare l'immagine anche a fini predittivi - per anticipare quali specie ancora sconosciute (ma certamente esistenti, in virtù di quel principio) verranno scoperte, prima o poi, in qualche regione inesplorata. Dovendo riempire i vuoti che ancora compaiono nell'«idea», esse avranno senz'altro forme intermedie fra quelle delle specie morfologicamente vicine. Un'altra forma di compromesso fra mappa e rete è la «tavola fitografica» disegnata da Johann Philipp Riiling una prima volta nel 1766 e una seconda nel 1774. Le affinità degli ordini vegetali vengono segnalate sì, in prima approssimazione, mediante la collocazione spaziale dei gruppi (come voleva Linneo) ma poi anche attraverso la combinazione di «percorsi» (linee), che talvolta lasciano isolati ordini «vicinissimi» (i quali sembrerebbero, in una mappa ortodossa, massimamente affini, perciò collegati) e uniscono invece ordini assai «lontani» (che sembrerebbero più dissimili). La «tavola delle affinità degli animali» di Jean Hermann, pubblicata dapprima nel 1772 e poi, con un più ampio commento, nel 1783, può invece essere considerata 211

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