Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

Marx diceva al contrario che ogni forma di esaltazione del lavoro -Arbeit -costituiva oggettivamente un rovesciamento del nocciolo della propria visione dell'uomo e del suo sviluppo. Egli era per la Tatigkeit, per l'attività creatrice. Nell'era atomica con la probabilità catastrofica dell'ora finale, sussiste anche l'eventualità di una stagione sociale che vede l'individuo alleggerito del peso del labor e responsabilizzato -nella gestazione sofferta e goduta -verso l'opus. La paura, non da sola ma coniugata con la gioia di vivere, può attivare energie e smuovere potenzialità fino ad oggi assopite, ispirando l'azione necessaria. L'amore, col timore, è intrepido. Così diceva Manzoni nel fervore di una concezione e di un sentimento -lo preciso a scanso di equivoci - che non coincidono con quelli del papa polacco. Stupidità? Perché no? Contiene però, una possibile prospettiva d'azione che l'intelligenza, arresa al risaputo, si nega in partenza. In questi stessi giorni mi è capitato di leggere un articolo di Carlo Bernardini, il fisico, su «Panorama» dal titolo «La dittatura dei mediocri». Partendo da questa frase tratta dal Discorso sulla stupidità di Musil: « ...esiste una condizione media dello spirito e dell'anima che è completamente priva di pudore nella sua presunzione, posseduta da chi, appena si presenta sotto la protezione di un partito, nazione o setta o corrente artistica, invece di dire io può dire noi», Bernardini così proseguiva: «Su questa osservazione di Musil si basa unformidabile movimento mondiale, che sta acquistando, indipendentemente dalle etichette e dagli apparenti conflitti, grande forza nel mondo soprattutto in questa nostra epoca. Lo chiamerò Movimento di Solidarietà dei Mediocri (MSM)». E alla fine: «Non uno di essi merita il nostro rispetto, e però li sentiamo oscuramente rappresentativi. Dunque, abbiamo perso il rispetto per noi stessi. Siamo rinunciatari. Eppure, la Lampada l'abbiamo tutti». La lampada di Aladino - così cominciava l'articolo - è per Bernardini la nostra testa, per imperfetta che sia. I più l'avrebbero messa via, in soffitta o in cantina, per una vita di pura passività, per non decidere. Conclusione: «Bisognerà provare a tirarla fuori, perché, se la democrazia è davvero buona, può darsi che la si possa usare di nuovo[...] Ma bisogna usarla con cautela e saggezza, senza chiedere nuovamente le vecchie cose che abbiamo ottenuto per altra via.» 235

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