negamento di sé e perciò da colpevolizzare, anche in funzione dello smascheramento della falsa depressione (una variante della relazione terapeutica negativa). -L'angoscia della bellezza rappresentabile metaforicamente anche come «stato della moleca» (il granchio, ben noto ai pescatori della laguna, in fase di mutazione: si è «svestito» del guscio ormai stretto - la difesa - ma non ha ancora secreto quello più spazioso, della nuova dimensione di vita); qui s'intrecciano la ragione affettiva (il bisogno e l'incertezza dell'essere amati) e la ragion poetica (desiderio per l'atto d'amore, iscritto con certezza dentro di sé e di cui il mondo reclama l'avvento). -L'uscita dal simbiautismo, cioè dal contrasto ingovernabile di dipendenza ed autonomia, tanto più possibile quanto più la relazione analizzando-analista si svolge al livello intimo (e non ai livelli casuale e contrattuale). Il livello intimo è anche ravvisabile come lo specifico della psicoterapia progettuale, per il quale è decisiva l'emozione reale - e non soltanto transferale - provata nell'hic et nunc; emozione allo stato puro e non mera rappresentazione. -L'auto-invidia, concetto ed esperienza teoricamente inediti14, per cui la diserzione dal campo dell'Eros avviene nel panico di essere distruttivamente attaccati dagli altri; tanto più forte e invincibile quanto è stata intensa l'invidia del soggetto nel soffrire l'esclusione ed ogni errore giudiziario da parte delle figure privilegiate (invidia perciò secondaria e non primaria, come sostiene l'indirizzo kleiniano). - La proposta di riflettere sul concetto di puer come Das Unheimlich e come Self Avrei infine voluto concludere con l'indicare il vivere nell'ambiguità (che non è l'ambivalenza: Bleger lo insegna) come compito attuale ddla nostra generazione, sul superamento - difficile e felice - delle nostre tre insufficienze additate da Rilke: in amore, nel decidere, di fronte alla morte. Che costituiscono, se guardiamo bene, un'insufficienza sola e pertanto ci chiamano ad un decidere sostanziato di amare e fare coniugati insieme, grazie a cui il coraggio può quel che la paura paventa. 225
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