Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

questo dramma di viltà (il fango che nasconde la perla). Contro il suo ostinato tentativo figlicida, chi ha aderito alla richiesta di trattamento deve adesso- nell'onorare l'alleanza terapeutica - assumere l'atteggiamento del puericultore o, se volete, più umilmente ancora quello di baby-sitter finché e affinché la persona sappia assumere il ruolo di genitore benevolo verso se stesso, figlio. O, per dirla con Meltzer, affinché allevi in cuore il coraggio di ammalarsi d'amore. Meltzer chiama questo evento «comprensione della bellezza», che significa - secondo me - uscire dallo stato di anestesia, di insensibilità, di de-responsabilità emozionale per adottare una modalità estetica. Capite bene che per"estetica" intendo non solo l'esperienza artistica di bellezza - fruita dai più in modo passivo - ma il sentire, l'emozionarsi, il superare- meglio- il soffrire l'angoscia dei sentimenti. Che è anche il saper gustare fino in fondo il sapore forte - talora aspro ed amaro - degli affetti. Costretto a chiudere me la cavo con una battuta. Eventualmen_ te, ammesso che a quest'ora ci sia qualcuno che desidera saperne di più, può prendere contatto con la scuola di ARIELE12 o, se proprio ne ha voglia, leggersi Il coraggio di Venere, dove questi punti sono trattati.13 Vengo alla battuta: quelli che noi chiamiamo convenzionalmente pazienti, se guardiamo al senso vero della parola, non sono pazienti; al contrario sono impazienti, cioè insofferenti, incapaci o-meglio - non disposti a soffrire la passione, l'emozione, l'amore. Vivono una vita anestetica, anche se sono degli esteti. E da impazienti entrano in analisi. Semmai escono - quando va bene - da pazienti. Postilla (aggiunta nel rivedere la registrazione) Evidentemente avev"o fatto male i miei conti. Nel riguardare la scaletta, predisposta per svolgere poi a braccio la mia relazione, m'accorgo che ho dovuto tralasciare molti punti. Li elenco qui sommariamente per dimostrare, se non altro, come la mia esposizione sia stata lacunosa, e per ricordarli a me stesso in vista di altre occasioni: -L'abnegazione, non come generoso sacrificio, bensì come rin224

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