frutto le occasioni, le possibilità che la vita - anche la più misera, la più tormentata - comunque ci offre. Si tratta cioè di entrare ed abitare l'universo delle possibilità, di vivere i nostri giorni contati, il tempo che ci è dato (chronos) nella fertilità delle ore opportune (kairòs). I torti subiti non giustificano il farsi torto. Ecco perché ho messo in epigrafe quel «Ricordati la perla!». Ricòrdati dellaperla è una sorta di poema inserito in un vangelo gnostico. L'ammonimento viene da genitori che non rimproverano al figlio la trasgressione ad un divieto, bensì ricordano a lui - perduto nel suo pantano - che in quel fango c'è una perla da ripescare e valorizzare. Cioè il suo essere venuto al mondo, il suo tesoro - non necessariamente patrimonio - che va recuperato, investito nelle opportunità e negli incontri della vita. E proprio il recupero e la messa in valore della perla, del proprio puer sepolto e trascurato, se l'analisi è un responsabile incontro con se stessi, rappresentano uno dei fini - così, detto molto sommariamente - a cui punta la psicoterapia progettuale, partendo dal presupposto... [Qui Ferdinando Vanni, scaduto iÙempo - chr�nos - invita a tagliar corto] Allora mi limito ad illustrare, a sfiorare il sentimento, che è anche un altro concetto base, della psicoterapia progettuale: cioè l'angoscia della bellezza o terza angoscia, in quanto l'annovero accanto all'angoscia persecutoria e all'angoscia depressiva. C'è un momento dell'analisi, soprattutto nella fase finale, in cui il soggetto - consapevole dell'auto-tradimento infertosi e sentendosi spinto ad andare verso il mondo ad emendarsi del proprio peccato originale col realizzare la propria potenzialità, il possibile che non può più essere negato - ha uno scoppio di vigliaccheria. Assistiamo qui alla condotta che chiamiamo «falsa depressione». Con astuzia sottile utilizza tutti i dati di realtà per dirsi - e dirci - che non c'è niente da fare. È una sfida, giocata con estrema abilità, anche perché viene messa in opera tutta la «scienza» psicoanalitica appresa nel corso del trattamento. Lungi dall'instaurare un narcisistico braccio di ferro, occorre qui far appello a tutta la comprensione e soprattutto alla capacità d'amore per assistere il paziente - il quale non risparmia colpi per rendersi insopportabile - nella ricaduta, in 223
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