Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

La Showalter passa quindi a esaminare i quattro modelli di teoria della scrittura femminile comunemente adottati: la biocritica, la critica linguistica, la psicoanalitica e la culturale. La critica biologica è «the most extreme statement of gender difference, of a text indelibly marked by a body: anatomy is textuality» (p. 187); essa sottolinea l'importanza del corpo come fonte di imagery e spesso sembra provenire «from the critic's body», divenendo scrittura intima, confessionale, talvolta formalmente innovativa.22_ La critica d'impostazione linguistica indaga sulle differenze di linguaggio fra l'uomo e la donna, si chiede se il parlare, lo scrivere e il leggere sono segnati dal sesso e se la donna può creare un suo linguaggio. Ormai consapevoli dell'impossibilità di dar corpo a questa utopia, ci si è rese conto che, come ha proposto Mary Jacobus, ciò di cui le donne hanno bisogno è a women's writing that works within «male» discourse but works «ceaselessly to deconstruct it: to write what cannot be written» (citato in Showalter 1981:191). o, nelle parole di Shoshana Felman: the challenge facing the woman today is nothing less than to «reinvent» language,... to speak not only against but outside of the specular phallogocentric structure.23 La critica psicoanalitica incorpora le teorie linguistiche e biologiche per cercare le peculiarità della serittura femminile nella psiche dell'autrice. Naturalmente questo tipo d'approccio deve fare i conti col concetto freudiano del femminile come mancanza. Enorme influenza sull'approccio psicoanalitico ha avuto il testo di Nancy Chodo242

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