che a quelle di colore?); - atteggiamenti e presunzioni critiche (chi scrive attribuisce lo stesso valore alle opere di donne di colore e di donne bianche? Riconosce la differenza fra i vari gruppi etnici? Riconosce le implicazioni dell'essere donna di colore in una nazione in cui il potere è nelle mani dei bianchi? Ghettizza le donne di colore in un capitolo o sezione a parte, o le incorpora in ogni parte del lavoro?); -fonti (è capace di criticare l'opera di un'altra donna bianca per il suo razzismo? Le fonti del critico tengono in debito conto le esperienze della gente/donna di colore?). E. Bulkin offre quindi una lista simile alla precedente ad uso di critici ed editori affinché scoprano il 'razzismo lesbico' latente negli scritti eterosessuali, come in quelli di donne bianche lesbiche o donne di colore eterosessuali (Bulkin 1982:650). Rena Grasso Patterson stigmatizza ulteriormente l'esclusione di donne di colore e della classe operaia dell'analisi di molte studiose bianche e, come la Bulkin, sottolinea il ruolo centrale che critici ed editori svolgono nella politica editoriale (1982:663). Nel 1985 Bonnie Zimmerman, in un saggio dal titolo «What has never been: an overview of lesbian feminist criticism», traccia lo sviluppo storico della critica letteraria femminista lesbica e ne enuclea i risultati, le problematiche e le strade percorribili nel futuro. Ritiene responsabili i testi chiave della critica letteraria femminista (Spacks 1976; Moers 1977; Showalter 1977; Gilbert e Gubar 1979) del silenzio circa una tradizione letteraria lesbica. Lillian Faderman, col suo Surpassing the Love of Men (New York: William Morrow, 1981) ha offerto una prima lettura sistematica entro il mondo lesbico. B. Zimmerman pone quindi delle domande centrali per l'estetica lesbica e, più in generale, l'estetica femminile, invitando le studiose a sviluppare una «doppia visione» che tenga conto non solo del femminile, ma di quello che è ancor 240
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