stessi, e che ha difficoltà ad affrontare testi che richiedono approcci differenti da quelli che ha imparato ad usare. Si può pertanto ritenere che la causa per cui molte donne scrittrici sono state lasciate nell'oblio è spesso dovuta non tanto alla mancanza di merito delle loro opere, quanto all'incapacità dei lettori e critici (uomini) di interpretare e apprezzare quelle opere in modo appropriato (ibid.: 12). La terza proposizione è sufficientemente-autoesplicativa, per cui riporto solo la seguente osservazione della proponitrice: My third proposition... calls into question that recurrent tendency in criticism to establish norms for the evaluation of literary works when we might better serve the cause of literature by developing standards for evaluating the adequacy of our criticai methods. (p. 15) Praticamente, Kolodny è interessata a sottolineare che spesso ciò che il critico dice di trovare in un'opera non è determinato dall'opera stessa, ma dalle tecniche o dal criterio critico usati nel decodificare il testo. Pertanto, All the feminist is asserting, then, is her own equivalent right to liberate new (and perhaps different) significances from the same texts; and, at the same time, her right to choose which features of a text she takes as relevant. (p. 18) Scopo della critica femminista non è tanto formulare un (nuovo) metodo di lettura, ma dare l'avvio ad un «playful pluralism» che accolga le possibilità delle diverse scuole critiche, ma non sia prigioniero di nessuna, e che riconosca che molti strumenti d'analisi sono giocoforza ereditati, che cioè solo parzialmente questi saranno di fattura femminista. Kolodny auspica pertanto un dialogo fra le critiche 238
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