Il piccolo Hans - anno XIV - n. 54 - estate 1987

liste possono al contempo far ricorso alla psicoanalisi perché il marxismo americano non è dogmatico. La studiosa chiude il saggio con un ammonimento: non è possibile approdare a «verità» universali circa l'essere donna e lo scrivere donna; all'interno del sesso, della razza, della classe si può scoprire ciò che è tipicamente femminile ma anche ciò che. è idiosincratico. Indica come esempi interessanti di critica letteraria la critica autobiografica praticata da femministe radicali e socialiste come Adrienne Rich e Louise Bernikow18 , le quali hanno applicato alla teoria della critica letteraria il credo che il personale è politico. In realtà, si può affermare che sotto l'etichetta di «critica femminista» è andata una pratica di messa in discussione di tutta una serie di «valori» dati per scontati: criteri estetici, strategie interpretative, abitudini di lettura. Le studiose si sono date un duplice compito: decostruire i paradigmi culturali esistenti e ricostruirne di nuovi in una prospettiva ché tenga conto dell'esperienza femminile. Nel percorso da un'operazione di revisione dei criteri estetici allo studio delle donne scrittrici messe nel dimenticatoio, all'articolazione di una tradizione letteraria femminile, la critica femminista è stata in grado di incorporare una gran varietà di approcci critici - marxista, decostruzionista, psicologico, antropologico, storico e linguistico - che hanno fatto sì che essa non divenisse monolitica o legata a capiscuola, ma si espandesse in una pluralità di direzioni che arricchiscono la ricerca. 11.2. «La danza in campo minato»: la proposta di Annette Kolodny (1980). Annette Kolodny, ritenuta una delle critiche più sofisticate della scuola femminista bianca e accademica, ha probabilmente segnato il turning point nella storia della critica femminista dando l'avvio alla transizione definiti236

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