\ un sistema chiuso in se stesso in una dialettica stereotipata»42. Una teoria appassionata, combinazione circolare di una relazione duale con l'esclusione del terzo vitale della triangolazione edipica ridotto, per Barande, al valore di significante mortifero (oggetto parziale: s_ eno e pene). «Melanie Klein mette in scena una clinica teorica in cui non si riesce più a riconoscere le manifestazioni libidiche, cancellate dall'osservazione privilegiata dei fantasmi aggressivi, i soli ad essere valorizzati». E per quanto di mortifero vi è nel cerchio, perimetro di uno specchio d'acqua, questa costruzione evoca il motivo del lago. Ma tornando un po' indietro rimane la domanda di quale sia il passaggio a teoria, se latente diviene, quando si liquefà un corpo solido, la parte del calore che non si manifesta al termometro. « È a partire dalla riflessione sull'organizzazione psichica dei pazienti colpiti da psicosi maniaco-depressiva che il gioco del bambino ha avuto un senso» dice Renè Diatkine.44 Melanie Klein risponde: « È possibile che la comprensione dei contenuti delle ansie psicotiche e della necessità di interpretarle mi sia stata offerta con l'analisi di un uomo paranoico-schizofrenico che venne da me, soltanto per un mese. Nel 1922 [ ...] benché io non traessi, allora, conclusioni teoriche da questa esperienza, credo che questo frammento di analisi possa aver contribuito alla mia successiva comprensione della natura psicotica delle ansie infantili e allo sviluppo della mia tecnica»45. Può darsi, riflette Klein, e in Autobiografia si ritrova ancora: «non ho mai potuto spiegare, in risposta alla domanda che mi è stata posta come, per studiare i bambini, abbia saputo che dovevo prima interessarmi alle loro angoscie e ai loro fantasmi. Mi ricordo che già verso l'età di otto o nove anni osservavo i bambini più piccoli di me ma l'ho fatto in modo assolutamente inconscio fino al momento del mio lavoro psicoanalitico. O piuttosto ho cominciato a vivere questa osservazione attraverso il rap214
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