un messaggero divino, al Cairo, che gli porta la propria dottrina, l'apparizione della Bellezza divina durante le circumambulazioni della Kaaba, la prosecuzione del percorso verso Est, in Anatolia, Armenia, poi a Bagdad e ancora alla Mecca e a Damasco, dove muore tranquillamente il 16 novembre 1240. Nascosto sotto il rinvio delle trasmissioni di pensiero stava semplicemente il «senso» della direzione, l'orientamento. L'Oriente, infatti, non è una regione, ma una direzione: questo è confermato dal fatto che la mistica sufi tiene a distinguerlo dall'Oriente geografico, collocandolo a Nord, ma in direzione vertiçale; perciò andare a Oriente significa ripetere l'ascensione (mi'raj), tantoché perfino nella carte geografiche medievali l'Oriente è in alto, al posto del Nord, con Gerusalemme al centro - come peraltro è nella geografia dantesca51 • Il polo celeste è il 'mundus imaginalis (alam al-mithal) del platonismo zoroastriano di Sohravardi, che lo designa come «Terra lucida», luce sulla luce, luce nera, e che vi fonda un teoria della tridimensionalità psichica - oltre l'opposizione conscio-inconscio, la verticalità del mi'raj implica un sopraconscio come organo della ierognosi. Questa teoria di Sohravardi, come quella della «v1s10 smaragdina» di Najmoddin Kobra, dove si trova l'immagine di un cosmico schermo verde come accesso al paradiso, sono lo sviluppo di un tradizione già affermata dall'Avicenna visionario dei racconti mistici - quello che, dice Corbin, molti studiosi non sanno liberare dall'«armatura scolastica latina»52 • D'altronde già dalla lettura di Avicenna, anche delle opere conosciute all'Occidente medievale, quali il Canone o La guarigione, si ricava l'immagine di un mondo soprasensibile rappresentato come un mondo interiore; le percezioni decisive, infatti, secondo Avicenna, sono quelle che arrivano dall'interno, e così il cielo è rappresentato come un cielo interiore, come una sorta di precqnscio; 255
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