mistico alla propria teofania; la forma sotto la quale ciascun mistico conosce Dio, e che è anche la forma attraverso cui Dio lo conosce, ecc.48 • Ma questi non sono che gli aspetti fenomenici, di Khezr - avverte Corbin. In atto, lo troviamo nell'autobiografia, o meglio, nell'esegesi, di lbn 'Arabi. Lo aveva incontrato una prima volta a Siviglia, quando era ancora studente, e, dopo una discussione col suo maestro, era uscito dalla casa di questi convinto di avere avuto ragione, ma si imbatté in un tale che, non interrogato, gli disse eh� invece era il maestro ad avere ragione. lbn 'Arabi tornò dal maestro, il quale, a sua volta, ne prevenne l'intenzione di scusarsi e gli disse che si augurava che non ci dovesse essere bisogno ogni volta dell'apparizione di Khezr in persona perché lo studente si fidasse degli insegnamenti. Di nuovo qui, come in un altro caso occorso a Tunisi più tardi, troviamo la telepatia, anzi, una doppia telepatia, rinforzata dal tema morale come un «antivedere». Ma fe - come detto più sopra - la telepatia è un effetto, quale sarà, qui, il suo «senso nascosto»? La questione si gioca per lbn 'Arabi in un ulteriore, terzo, incontro con Khezr, in un giardino di Mosul. Nella città siriana Ibn 'Arabi era stato attirato dalla presenza di un maestro sufi, Ali ibn Jami, che aveva ricevuto l'investitura del mantello .di. Khezr direttamente da Khezr in persona. Nel proprio giardino quel maestro, a sua volta, ne investì lbn 'Arabi. Solamente, lbn 'Arabi aveva già ricevuto il mantello di Khezr un'altra volta, ma in modo più indiretto, dalle mani di un amico che lo aveva ricevuto in Egitto dal maestro Sadroddin - e dopo quel momento Ibn 'Arabi stesso lo· aveva conferito ad altri. Questa volta, nel giardino di Mosul, il mistico murciano lo aveva ricevuto colla mediazione di un solo intermediario, e questo gli consentì anche di poter comprendere maggiormente quale dovesse essere il 253
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