Nel saggio sul mito di Don Juan nella versione di Mozart, Otto Rank motiva l'ossessiva iterazione dell'avventura sessuale del nobile spagnolo con un narcisismo che confluisce infine nella tipologia del doppio25 • Il protagonista dell'intreccio del doppio viene perseguitato e impedito nei suoi rapporti di coppia dall'apparizione del sosia; un duello finale per liberarsi della sua ostinata intrusione ne fa coincidere l'uccisione con il suicidio del protagonista. Anziché essere impedito nel rapporto sessuale, Don Juan lo ripete all'infinito, ma con un affine esito di morte. Pur possedendo, fecondando, molte donne, Don Juan, sottolinea Rank, non va al di là del rapporto fisico intercambiabile: la donna è ingannata sul suo partner, cui egli si è nascostamente sostituito, o non è comunque in sé oggetto di conquista psichica. I-1 meccanico gesto sessuale iterativo di Don Juan si rivela esorcismo di fecondazione contro l'angoscia di morte e l'inghiottimento nel sarcofago (etimologicamente «divoratore di carne»), che si manifesta nella scena del cimitero, dove Don Juan incontra il fantasina del Comandante da lui ucciso. La transizione tra narcisismo e morte si giustifica così attraverso la mediazione della «colpa» e della vendetta. La sfida suicida accomuna la vicenda di Don Juan e l'intreccio del doppio; e del personaggio del doppio il servitore del nobile spagnolo, Leporello, manifesta alcuni tratti specifici. L'ansia di morte del narcisista di cui parla Rank appare, nei termini di Durand, «eccesso diurno», effetto di una «sindrome del tempo» che l'immaginario simbolico trascrive ed esprime. Nel Lear l'associazione sessualità/colpa/caduta/suicidio ricorre nella vicenda di Gloucester, la cui rovina è provocata proprio dal figlio illegittimo. Ma l'intervento di Edgar «corregge» lo schema narcisista e diurno del Don Juan per sé e per il padre. Nel segno del tempo i tre intrecci di Don Juan, di Gloucester e di Edgar hanno tratti comuni ed esiti divergenti così comparabili: 220
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