Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

,la toglie a quelle più generali qualità di scrittura che la motivazione del Premio Goethe ha a suo tempo sottolineato - e che si rivelano già in talune delle lettere alla fidanzata per poi assumere una più che mai specifica determinazione in scritti come Caducità, o Un disturbo di memoria sull'Acropoli, ove, come nelle lettere, Freud parla e scrive di se stesso in prima persona. Ma la nostra tematica, Freud e la letteratura, richiede un ulteriore capitolo. Si sa che Freud in molte occasioni ha scritto di non volersi inoltrare nel «mistero» della creazione poetica. Eppure alla delucidazione di tale «mistero» egli ha dato un contributo che sempre più ampiamente gli viene riconosciuto, anticipando, o meglio «aprendo la strada», come ha sottolineato a suo tempo Lacan nel suo «L'istanza della lettera nell'inconscio» (Ecrits, p. 513) alle formalizzazioni della linguistica e il là che ad essa ha dato l'opera di Ferdinand de Saussure. Un tema, anch'esso, sul quale non poco si è scritto negli ultimi anni, e che qui si riprende, ancora una volta, solo in guisa di ulteriore esemplificazione. 3. Freud e la lettera a) Gisela. Nella «Premessa» al caso di Dora, Freud scrive tra l'altro: «Tutti i casi clinici che avrò eventualmente occasione di pubblicare saranno protetti con analoghe garanzie di segretezza, anche se, per qualche motivo, l'utilizzazione del mio materiale dovrà subire una limitazione davvero straordinaria» (4, 307). Una riprova di questo scrupolo deontologico, e soprattutto delle «limitazioni» che esso comporta, ce la offre il modo con cui nel caso clinico d�ll'uomo dei topi viene riferita la singolare «formula magica» adlottata dal suo pa22

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==