della madre gigante, e la diminuzione del rigore del1'esame di realtà e di quello della verità nella formazione del Super-Io (Hermann, (1929)). Secondo Hermann il vero Super-Io, vs lo pseudo Super-Io, vive la castrazione quasi come esperienza allucinatoria, la accetta come una realtà, mentre lo pseudo Super-Io - aggiunge Bak - lascia in sospeso la mancanza del pene materno o la possibilità dell'esistenza di esso. Questo tentativo di spiegazione dunque ipotizza la possibilità della deformazione dell'esame di realtà, della realtà, legata anche alle funzioni, del Super-Io, nella formazione della perverisione. È qui iche à:l problema conduce - attraverso il filo dell'evoluzione dell'Io - alla questione dell'irrealtà dell'identificazione sessuale. Come Jakobson accenna (1964), il bambino nell'età preedipica fa come se non si fosse ancora «scelto» un sesso, o per meglio dire, fa come se in questo campo fosse possibile ancora tutto. Facilmente si identifica con chiunque (padre, madre, sorella, fratello) oppure con qualunque cosa (preferibilmente con piccoli animali). Solo la situazione edipica rafforzerà il distacco dalla madre e ciò rafforzerà allo stesso tempo l'identificazione con il genitore dello stesso sesso, e la scelta oggettuale del genitore del sesso contrario. La fissazione o la regressione della convergenza con la madre può mantenere anche il livello del «tutto è possibile» dell'onnipotenza, e così può lasciare sospesa l'identità sessuale sia del bambino che della madre. Fenichel (1931), sulla traccia di Freud, spiegò il disturbo dell'identificazione nella perversione all'interno della situazione edipica: l'angoscia di castrazione aumenta a causa dei desideri edipici, il che costringe il bambino a rinunciare alla madre e la conseguenza della rinuncia sarà l'identificazione con lei nel campo della scelta oggettuale. Neanche autori moderni dubitano di questa seconda identificazione, ma mettono l'accento 92
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