Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

Quello che voglio anticipare qui riguarda, pzu ampiamente, il rapporto che, per la psicoanalisi, lungo i seminari di questi anni, in quella specie di promenade che è il Mistero di Mister Meister sono arrivato a delineare. E che oggi, in aggiunta alla scoperta della funzione dei residui in psicoanalisi, del!'elemento protesi, del luogo della fobia, della collocazione nella clinica della perversione, posso sintetizzare in un punto ulteriore: i\ rapporto che esista tra la geometria (l'apparato psi!Chico) e il naturnlismo, tra giochi di forze (terremoti, tensioni, -direzioni) e giochi di superficie (la ragione periferica del seminario scorso), quando Darwin, apparentemente disorganizzando la visione di Copernico, « quando per la prima volta fu detto che il sole è fermo e la terra gli gira intorno », contribuisce in realtà a definire una nuova scienza dell'ordine, ma fondata su un criterio di pura mobilità, una teoria dei confini che sta per rappresentare per la psicoanalisi la nuova frontiera di una scienza che arriva a fare i conti con l'istinto di morte. È questo allora il punto di raccordo tra il convegno precedente su la Natura e la Grazia, tra il seminario dedicato a Goethe, alle geometrie, alle affi.nità elettive e il lavoro che ci aspetta quest'anno, sull'angoscia e, come dicevo, su Darwin. A fare da snodo il convegno di maggio che ritroviamo qui sul Piccolo Hans, dedicato, appunto, alla Psiche e lo spazio. Dopo il numero 28 dell'ottobre/dicembre 1980 scoperta della scuola ungherese, abbiamo invitato al nostro convegno su La psiche e lo spazio gli psicoanalisti Sara Marcsek-Klaniczay, Livia Nemes e lo psichiatra e medico lstvdn Hdrdi, Glauco Carloni studioso di Ferenczi, presidente della Società Psicoanalitica Italiana, ]orge Canestri. 6

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