Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

Alla negazione del Jibro stesso, al niente successo, al nessun luogo dove il figlio manc a. Sul volto della madre « pa,rvie a tutti ,di leggere la parola terriibile deHa morte e la sovrana coscienza della impossibilità di dire: Io» S(j. Tutto conclude nel nuHa: nulla èl ,stato detto. Nessuna follia trn1ociata, nessuna morte annunciata, nessuna regione descritta: il crimine ultimo è negato. Tutto lasciato scorrere nella vuotezza di una trama inesistente, di un giaHo negato come ,genere, di un libro non finito, le cui ultime ,parti, scritte a distanza di 30 anni dalla prima, 1' , autorie non ha nemmeno riletto o rivisto, testo provvisoriio, lento paHore di una rnegazione già inscritta. « E alle steoche 'delle persiane già l'alba. Il gallo, improvvisamente, la suscitò dai monti lontani, perentorio ed ignaro, come ogni volta. La invitava ad accedere e ad elencare i gelsi, nella ,solitudine della campagna appa­ , r,ita» 57 • La negazione inscenata dalla ,scrittura è una negazione al quadrato, perché ciò di cui il testo «parla», i personaggi che vi vivono dentro, seguono lo ,stesso percorso del farsi e de1lo sviscerarsi del testo, non vengono cioè descritti o p,resentatii, ma si fanno assieme alla scrittura. Quanto più il testo nega l'integrità della lingua, tanto più vi è negata l'integrità dei. co.rpi, tanto più il testo ,dice dell'abiezione che ,lo origina e lo riproduce. L'autore si maschera nel rtesto giocàndo a t, ravestirsi di biografismi 100n l'eroe. Ma in questo gioco di aderenze ce:r:cate, c'è sempre um abisso di identità negate. Non è solo il corpo dell'eroe, della creatura :romanzesca coniata dal.J'autore 1a ,diventargli estranea nel oorso della scrittura 58 • È H. ,corpo ,stesso del ·testo a separarsi da lui e a seguire un itinerario di negazione ben più radicale ,di quella discretamente biografica. 257

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